La città ha scelto e ha decretato una delle più cocenti sconfitte per il centrosinistra, anzi per il Pd. Sull’altro fronte, c’è la vittoria storica del centrodestra che, mai, era riuscito ad arrivare al governo del capolugo. I dem, nonostante gli sforzi delle ultime settimane, non sono riusciti a recuperare quel malcontento che in città serpeggia da anni. Rispetto al primo turno l’assessore uscente Ida Simonella ha racimolato quasi 2mila voti in più, insufficienti per contrastare il candidato del centrodestra che a sua volta ha raccolto circa altre 1600 preferenze in più rispetto a due settimane fa. Ma il vero successo politico di Silvetti è stato quello di essere riuscito a mobilitare il suo elettorato che di solito al ballottaggio ha sempre disertato le urne: alla fine l’affluenza è stata del 51,75% di poco sotto quella del primo turno che era arrivata 54,94%, ma nel ballottaggio di cinque anni fa fu di solo il 42,67%.
E’ evidente come per la prima volta la coalizione a guida Fdi sentiva la possibilità di strappare al centrosinistra la sua ultima roccaforte, quella che fino anche alle politiche dello scorso anno era riuscita comunque a difendersi rispetto all’avanzata del centrodestra. Ma il Pd non è riuscito per tempo a percepire quel malcontento che serpeggiava da tempo nel capoluogo: una protesta crescente, frazioni abbandonate al loro destino, la politica lontana dai cittadini, chiusa nelle sue stanze senza ascoltare quello che arrivava dalla strada. Eppure, che qualcosa non andasse, lo si era capito anche nelle Primarie quando lo sfidante della Simonella, Carlo Pesaresi, aveva perso la sfida per appena 30 voti. Una spaccatura pesante e uno scarso favore dimostrato dagli elettori del centrosinistra verso l’ormai ex assessore. Ma la linea del Pd è stata sorda agli appelli.
Uno scenario che non poteva che avvantaggiare il centrodestra che ha puntato sul candidato giusto, un moderato come Daniele Silvetti che, con largo anticipo rispetto ai rituali di quell’area politica, aveva ricevuto il benestare del governatore Acquaroli per la discesa in campo. E Silvetti ha saputo interpretare quello che stava accadendo. Ha parlato con i residenti delle frazioni che lo hanno premiato, ha aperto al dialogo con le varie parti della società che mostravano segnali di insofferenza. Non solo, ha nominato, come consiglieri del suo staff, personaggi dichiaratamente fuori del perimetro del centrodestra. Ha trovato sponda col mondo degli ambientalisti che negli ultimi anni aveva trovato più ostacoli che accordi col centrosinistra. Insomma, in città, non è solo il vento della destra come sostengono in casa dem, ad aver dato la vittoria a Silvetti. C’è una profonda riflessione da fare al proprio interno.
Alfredo Quarta