Pedofilia Ancona, le perversioni dell'impiegato di banca

L’insospettabile pedofilo annotava nei bigliettini gli abusi sessuali su minorenni. La Procura: "Condannatelo a 9 anni di carcere"

Pedofilia, le perversioni dell'insospettabile impiegato di banca

Pedofilia, le perversioni dell'insospettabile impiegato di banca

Ancona, 14 giugno 2022 - Foto inequivocabili, con bambini nudi e bigliettini dove avrebbe descritto in maniera maniacale atti sessuali compiuti su minorenni. La Procura chiede 9 anni di carcere per il presunto pedofilo di 50 anni, impiegato di banca, arrestato a fine maggio del 2020 dalla Squadra mobile di Ancona dopo una serrata indagine. L’imputato, anconetano, è accusato di detenzione di materiale pedopornografico (un quantitativo ingente) e la violenza sessuale aggravata e continuata su due minorenni di età inferiore a 14 anni. A far emergere la vicenda era stata una delle due presunte vittime. La ragazzina, 13enne all’epoca dei fatti, si era confidata con una zia, raccontando le molestie sessuali che un amico di famiglia, 50enne, l’avrebbe costretta a subire, quando andava a casa sua a trovare i suoi genitori. Lui, con un impiego fisso in banca, insospettabile, avrebbe approfittato dei momenti in cui rimanevano da soli per spogliarla e toccarla nelle parti intime per poi lasciare l’abitazione, alle porte di Ancona, come se nulla fosse. Parte di quegli atti sessuali l’uomo li avrebbe descritti in maniera quasi maniacale in dei foglietti di carta appoggiati su uno stendino per panni e ritrovati poi dalla Squadra mobile durante una perquisizione avvenuta a seguito della denuncia fatta dai familiari della minore. In casa la polizia aveva trovato anche centinaia di foto con minorenni nudi.

Il blitz era scattato a fine maggio 2020. La richiesta di condanna del pm Rosario Lioniello è arrivata ieri, durante l’udienza preliminare (in aula c’era il pubblico ministero Marco Pucilli), dove la difesa, rappresentata dall’avvocato Massimo Maria Vergari, ha chiesto e ottenuto di procedere con il rito abbreviato (inizialmente lo aveva chiesto condizionato ad una perizia per il suo assistito, che era in cura al centro di salute mentale, ma la gup Francesca De Palma non glielo ha concesso). Dopo la discussione l’udienza è stata rinviata al 27 giugno per repliche e sentenza. Nel procedimento erano parte civile i genitori della minorenne che hanno fatto partire l’indagine dopo le confessioni alla zia. I familiari erano rappresentati dall’avvocato Roberta Montenovo dell’associazione "Donne e Giustizia".

All’imputato l’accusa contesta anche la violenza sessuale, su due vittime, una la 13enne che ha parlato con la zia e una seconda ragazzina emersa durante le indagini della polizia che avevano portato anche all’arresto dell’impiegato di banca. Quest’ultima però non si è fatta mai avanti a denunciare. In sede di convalida il 50enne aveva ammesso la sua mania sessuale nei confronti di minorenni, chiedendo scusa e riconoscendo come suo il materiale pedopornografico che la polizia gli aveva trovato in casa ma aveva negato e nega tuttora le violenze sessuali che sarebbero solo frutto di fantasia della 13enne. Della seconda minorenne erano state trovate foto con cui i due si baciavano.

Attualmente l’impiegato di banca è libero e sta seguendo un percorso al centro di salute mentale dove è in cura. Foto e file, tutti contenuti in supporti informatici erano stati affidati all’analista forense Luca Russo che aveva dovuto estrapolare il materiale per capire se oltre alla 13enne il 50enne era in contatto di persona con altri minorenni.