Pedofilia ad Ancona, anche video nel telefono: spunta il contatto con un’altra ragazza

I filmati sono gli stessi che la tredicenne anconetana ha riferito agli inquirenti di avergli inviato quando lui insisteva per vederla. Il tecnico informatico rischia una nuova indagine e altre imputazioni

Le foto e i filmati della seconda ragazzina, anche lei minorenne, sono state trovate sul cellulare dell’indagato

Le foto e i filmati della seconda ragazzina, anche lei minorenne, sono state trovate sul cellulare dell’indagato

Ancona, 11 maggio 2023 – Nel suo smartphone il 40enne arrestato alla fine di aprile dalla squadra mobile di Ancona e sospettato di pedofilia, non aveva solamente foto della ragazzina di 13 anni anconetana conosciuta in chat. Aveva anche video. Anzi, soprattutto video, a contenuto chiaramente sessuale. Sono gli stessi filmati che la minorenne ha confidato agli investigatori di avergli inviato quando lui in chat insisteva tanto per poterla vedere.

Frame che potrebbero incastrare il tecnico informatico della provincia di Cremona che da giorni ormai è ristretto agli arresti domiciliari nell’abitazione in cui vive insieme ai genitori.

L’uomo nelle ore successive al suo arresto per detenzione di materiale pedopornografi e atti sessuali su persone di minore età inferiore agli anni 14, era stato interrogato dal Gip. A tal proposito il suo avvocato difensore ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione. L’accusato, comunque, non ha ottenuto un allentamento della misura cautelare e tuttora si trova ai domiciliari nella sua abitazione di Casalmaggiore, nel Cremonese.

I file contenuti nel suo smartphone sarebbero inequivocabili e darebbero l’idea chiara delle intenzioni dell’uomo. Dopo aver insistito per avere foto e filmati, il 40enne lombardo aveva convinto la ragazzina anconetana a incontrarlo di persona. Cinque gli appuntamenti, tutti a bordo dell’auto, tutti avvenuti nel capoluogo dorico.

Secondo l’accusa in quelle occasioni sarebbero stati consumati atti sessuali. Il tecnico informatico rischia anche una nuova imputazione, ovvero il possesso del materiale pedopornografico che è stato parzialmente visionato da un esperto incarico dal pm Andrea Laurino.

I video dovranno ora essere nuovamente esaminati. Ma già c’è un risultato certo: nel telefono, l’indagato ha foto e filmati di un’altra minorenne residente in un’altra zona d’Italia, già identificata, conosciuta con la stessa tecnica con la quale è stata adescata la tredicenne anconetana. I due erano entrati in contatto grazie a una chat room molto in voga tra i giovani, Omegle. Si entra senza un account e in forma anonima. Anche un minorenne può accedervi e le forme di controllo del social sotto questo aspetto non sembrano fornire troppe garanzie e tutele.

I due si sono quindi conosciuti e si sono presto trasferiti su whatsapp per parlare meglio e di fatto a volto scoperto. Un vortice dal quale la minorenne non ha avuto la forza e nemmeno la possibilità di uscire in tempo. Fortunatamente la mamma della ragazza ha scoperto presto il rapporto clandestino e ha denunciato tutto alla polizia. L’indagine sul 40enne è solo agli inizi e promette nuovi, importanti sviluppi.