
Il Presidente dellaa Repubblica, Sergio Mattarella
Secondo i giudici avrebbe messo in atto una messinscena clamorosa per diventare direttore dell’Unità operativa complessa di Urologia del Policlinico Gemelli di Roma. Ma l’urologo anconetano Maurizio Buscarini non la pensa così. Anzi, rilancia: "E’ solo una pantomima" Per dimostrare che i posti di rilievo negli ospedali e nelle università italiane vengono assegnati secondo una logica clientelare.
L’accusa che porterà il dottor Buscarini sotto processo è pesante. Si sarebbe spacciato addirittura per un parente del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Pronto? Sono Sergio Mattarella, vorrei segnalarvi mio nipote". Il dottor Maurizio Buscarini avrebbe anche allegato una lettera di raccomandazione con sigillo contraffatto. A nulla è valsa la sua difesa in sede di udienza preliminare, a Roma. L’altro ieri è stato rinviato a giudizio per sostituzione di persona, tentata truffa, falso e contraffazione.
La messa in scena risale a ottobre 2022, quando Buscarini si sarebbe messo in contatto con il direttore generale della Fondazione Marco Elefanti e con l’allora direttore scientifico Giovanni Scambia. Prima si spaccia per dipendente della presidenza della Repubblica. Poi preannuncia la telefonata del Quirinale. Durante la conversazione sostiene che il Quirinale vuole inserire Scambia in una commissione di esperti del Colle. Millantando così una sorta di contropartita per l’incarico di Buscarini. Poi si spaccia direttamente per Mattarella. Da qui la contestazione del reato di sostituzione di persona. Alla fine si presenta con la lettera con il sigillo di Stato. I due dirigenti non l’hanno bevuta.
Buscarini si è difeso sostenendo di aver fatto una "pantomima che serviva per dimostrare una tesi": ossia che i posti di vertice nelle università vengono assegnati secondo una logica clientelare. Secondo il suo avvocato Maria Letizia Sassi ha chiamato con una sim a lui intestata e ha prodotto falsi grossolani.
"Il rinvio a giudizio la ritengo un’occasione persa – afferma il legale –. Si potevano approfondire le regioni che hanno indotto il mio assistito a compiere un gesto ai limiti del ridicolo e per questo ancora più sintomatico del suo malessere legato a un suo convincimento: che non vi fosse una possibilità di meritocrazia. L’attenzione invece è stata diretta solo al suo grossolano falso. L’auspicio è che il processo dimostri che le accuse non sono proporzionate alla realtà dei fatti".