Inchiesta su Pianesi, il guru del macrobiotico. Una seconda morte sospetta

Un ragazzo di colore: "Mangiava solo crema di riso"

Mario Pianesi

Mario Pianesi

Ancona, 22 novembre 2018 - Non solo la morte della ex moglie ma anche quella di un ragazzo sotto i 30 anni venuto a mancare improvvisamente per una complicazione al cuore. Un giovane di colore, residente a Roma, che lavorava fino a 12 ore al giorno mangiando per lo più crema di riso. C’è anche questa segnalazione nelle ultime denunce arrivate sul tavolo della Procura dorica sull’inchiesta della psico-setta macrobiotica guidata da Mario Pianesi, il 75enne originario di Tirana ma da anni residente nel Maceratese, fondatore dell’associazione «Un punto macrobiotico» e indagato per omicidio volontario aggravato, associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, maltrattamenti, lesioni aggravate ed evasione fiscale.

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Gli ex adepti che si sono rivolti alle vie legali, attraverso l’Osservatorio nazionale contro gli abusi psicologici di Firenze, denunciando ciascuno la propria situazione, hanno raccontato negli esposti anche della morte del giovane oltre a quella di Gabriella Monti, l’ex moglie deceduta nel 2001 dopo un ictus che l’aveva colpita 4 anni prima. «Il decesso del giovane di colore – spiega Francesco Alagna, avvocato dell’osservatorio che sta seguendo più di 50 pratiche contro Pianesi – è avvenuto a maggio del 2012 , per un problema cardiaco e che ha destato in loro sospetti.

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L’autopsia stabilì che la morte era sopraggiunta per una malformazione ma stando a chi ha conosciuto la vittima, il ragazzo lavorava nei centri macrobiotici fino a 12 ore al giorno mangiando pochissimo e seguendo la dieta macrobiotica. Un ritmo di lavoro elevato che in un soggetto con una patologia potrebbe aver influito su quella morte. Nelle denunce presentate, i riferimenti ad altre persone che nel tempo sono venute a mancare, sono tantissime». Il fascicolo per omicidio volontario aggravato per ora riguarda solo la morte della ex moglie. Le ultime denunce presentate sono della settimana scorsa e ammontano ad una dozzina.

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Si vanno ad aggiungere alle 40 arrivate in Procura sempre tramite l’Osservatorio subito dopo l’estate. Marche, Umbria, Toscana e Lazio le regioni di provenienza. «Per le Marche – continua Alagna – riguardano le zone di Porto Recanati, Tolentino e Porto San Giorgio ma le segnalazioni e le chiamate sono continue. Non tutti poi arrivano ad avviare la denuncia penale perché ancora hanno familiari all’interno dell’associazione ma sono pronti a testimoniare se si arriverà al processo».

Tra le denunce arrivate la settimana scorsa ci sono anche quelle di donne che hanno riferito di essere state costrette a licenziarsi dai punti macrobiotici dove lavoravano quando sono rimaste incinta. «Questo perché costavano troppo – spiega l’avvocato Alagna – ci sono anche casi di coppie tenute separate per anni perché lavorando divisi erano più produttivi. Chi ha sporto denuncia vuole principalmente giustizia, non soldi». In merito alla morte della Monti, nei racconti degli adepti riferiti nelle denunce, c’è anche chi ha sostenuto che Pianesi, in un convegno, aveva attribuito a loro il decesso della donna. «Non avevano trasmesso abbastanza energie – dice Alagna – non avevano controllato il cibo e l’avevano avvelenata con miso ammuffito».