Ancona, botte e acqua gelata contro compagna e figlia. Arrestato

E' successo al Piano: in manette un sudamericano di 41 anni. Sulla donna lesioni per una prognosi di 40 giorni

L'intervento degli agenti nella notte

L'intervento degli agenti nella notte

Ancona, 14 luglio 2019 - Schiaffi, calci e acqua gelata contro la convivente e la figlia. E’ successo questa notte, intorno all’una, quando due volanti della questura sono intervenute nell’appartamento di una famiglia straniera nel quartiere Piano San Lazzaro, dopo la chiamata di una donna in lacrime, chiusa in camera con la figlia, che diceva di essere stata picchiata dal convivente, ancora intento a minacciarla da dietro la porta.

L’uomo, un sudamericano di 41 anni, si è calmato solo all’arrivo degli agenti che, notando l'evidente stato di ubriachezza e vedendo la figlia terrorizzata, lo hanno preso in custodia per evitare che desse di nuovo in escandescenza. Mentre i poliziotti tenevano sotto controllo l’extracomunitario, altri due colleghi hanno raggiunto la donna che, riversa a terra in camera da letto e con le lacrime agli occhi, ha detto non riuscire ad alzarsi per il dolore a una caviglia. Vicino a lei la figlia, a sua volta dolorante per gli schiaffi e le percosse subite.

Ricostruendo la dinamica, gli agenti hanno appurato come l’uomo fosse rientrato in casa ubriaco, cominciando ad aggredire la compagna che stava dormendo, prima tirandole una secchiata d’acqua fredda, poi percuotendola con calci e pugni "per motivi di gelosia": la colpa, a dire del compagno, era quella di aver guardato una volta di troppo un amico durante la serata precedente, mentre erano in compagnia di alcuni connazionali.

Più tardi, dopo essere state trasportate all’ospedale, il referto sulla donna ha evidenziato delle policontusioni e una frattura alla caviglia, per una prognosi di 40 giorni. La figlia è stata invece medicata per contusioni guaribili in una settimana. Scattata la denuncia, l’uomo è stato arrestato per maltrattamenti contro familiari e conviventi e lesioni personali aggravate, prima di essere trasferito presso la casa circondariale di Montacuto.