Piersantelli dopo 34 anni di divisa lascia la famiglia dei vigili del fuoco

Uomini e mezzi schierati in caserma per salutare il collega. "Devo lasciare per l’età, ma sarei rimasto a lungo"

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Rientra da uno dei tanti servizi di emergenza e trova tutti ‘ suoi’ uomini e mezzi schierati in caserma con l’urlo delle sirene a fare da cassa di risonanza a un turbinio di emozioni e al dispiacere di essere arrivato alla fine di un impiego percepito più come servizio che come lavoro. Gianluca Piersantelli (nella foto), jesino, dopo 34 anni di divisa, ha lasciato il comando del distaccamento jesino e la grande famiglia dei vigili del fuoco, con gli occhi lucidi. "Devo lasciare per raggiunti limiti di età (sessanta, ndr) – spiega –, se avessi potuto avrei continuato ancora a lungo. Ho svolto servizio sia a Osimo che a Fabriano ma la permanenza maggiore è stata a Jesi dove sono rimasto per oltre 26 anni". Piersantelli è visibilmente dispiaciuto di lasciare e passare il testimone al suo successore Bruno Palmieri. Migliaia di interventi effettuati con grande spirito di servizio e sacrificio, sempre in prima linea solo per restare agli ultimi anni e alle ultimissime emergenze: l’alluvione del 15 settembre e il terremoto del 9 novembre e senza considerare l’ordinario e il quotidiano. Piersantelli ha svolto anche assiduamente le mansioni di formatore per il personale autista (è istruttore e insegnante di scuola guida all’interno del corpo con particolare riguardo alla guida in fuoristrada), oltre ad aver partecipato a tutte le varie calamità che hanno colpito le Marche e non solo. A partire dal terremoto che ha messo in ginocchio le Marche e l’Umbria nel 1997 per andare a quello dell’Aquila, a quello di Arquata del Tronto, fino alle varie alluvioni.

Sara Ferreri