Più di 1300 imprese e 7mila lavoratori in mezzo al guado

Sono più di 1.300 le imprese edili marchigiane rimaste in mezzo al guado del Superbonus, con 7 mila lavoratori che rischiano cassa integrazione o licenziamento.

È questo l’effetto delle ripetute modifiche normative che hanno interessato la misura, compreso l’ultimo intervento ad opera del

DL112023 che ha introdotto il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura. Così, i crediti incagliati nelle Marche, pari a quasi un miliardo di euro, sono rimasti in pancia alle imprese ai proprietari delle abitazioni. Senza sblocco dei crediti 3 mila cantieri si sono fermati o non sono neanche partiti, dopo aver fatto tutte le pratiche richieste. Nelle Marche 5 mila proprietari di immobili sono nei guai avendo puntato sul superbonus per ristrutturare e valorizzare le case.

Le associazioni di categoria Ance Marche, Confindustria Marche, Cna Marche, Confartigianato Marche, Confapi Marche, Legacoop Marche e Claai Marche, insieme alla Federazione degli Ordini Professionali degli Ingegneri delle Marche e alla Federazione degli Ordini Professionali degli Architetti, hanno incontrato il Sottosegretario al Mise Lucia Albano, il Presidente Acquaroli e

l’Assessore Baldelli della Regione Marche, per chiedere un impegno comune per superare il blocco della cessione dei crediti da bonus edilizi, che sta mettendo in difficoltà imprese, professionisti e famiglie.

A forte rischio, in particolare le imprese del “sistema casa” (costruttori, impiantisti, produttori e

rivenditori di materiali edili), i professionisti e i cittadini, che non sono riusciti a monetizzare il credito. Tra le aziende edili, da un lato ci sono quelle che hanno concluso i lavori facendo ricorso alle proprie disponibilità finanziarie e che adesso si trovano esposte con le controparti coinvolte

(fornitori, lavoratori, professionisti, banche) a rischio di fallimento. Dall’altro, ci sono quelle che, invece, non avendo più liquidità, hanno dovuto interrompere i lavori. "Queste ultime, laddove non riuscissero a terminare gli interventi entro le scadenze di legge, si troveranno esposte non solo con tutte le controparti, ma anche nei confronti dei propri committenti (famiglia o condominio), con un elevato rischio di contenzioso, dal momento che dovranno restituire all’Erario ingenti somme di denaro. Senza considerare il rischio usura per le operazioni di acquisto dei crediti da parte di soggetti senza scrupoli".