Poliziotto si tuffa nel Misa e lo strappa alla piena

Il comandante Galluzzi "Ho agito all’istante senza pensarci troppo"

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di Silvia Santarelli

David Galluzzi, luogotenente della Compagnia dei Carabinieri di Senigallia e Comandante della Stazione di Trecastelli il 15 settembre 2022, durante l’esondazione del Misa con una zattera di fortuna ha raggiunto un operaio che si trovava aggrappato a un filo della corrente in un laboratorio di confezioni, "Non ci ho pensato un attimo, mi sono spogliato e ho cercato di raggiungerlo".

L’uomo, un 35enne di origine cinese ha rischiato di farsi inghiottire dal fiume di acqua e fango che ha invaso i locali. Il tempestivo allarme ha consentito ai militari di arrivare in tempo e di realizzare in cinque minuti un ausilio che consentisse al militare di trasportare il 35enne in difficoltà. L’uomo ha agito con l’aiuto del proprietario dell’immobile e del collega.

Luogotenente Galluzzi, è trascorso quasi un mese da quella tragica sera. Che senzazioni ha di quei momenti?

"Eravamo stati allertati da un collega e abbiamo iniziato il turno circa quindici minuti prima, quando siamo arrivati nella rotatoria che conduce alla località di Passo Ripe c’era il sindaco Maarco Sebastianelli che bloccava le auto dirette verso il ponte, eravamo in piena emergenza".

Come ha saputo che l’operaio era in difficoltà?

"La centrale operativa aveva ricevuto la richiesta di aiuto e ci ha detto di intervenire, eravamo vicino e siamo subito giunti al laboratorio.

Lì c’erano alcuni vicini e il proprietario dello stabile, ci hanno detto che dentro c’era un operaio di origine cinese di 35 anni, il laboratorio era colmo d’acqua, raggiungeva quasi 2mt e 60, non ci ho pensato un attimo e ci siamo adoperati per intervenire".

Come si è svolto l’intervento? "Con un bancale in legno e due pannelli di poliuretano espanso, insieme al proprietario dell’immobile e a dei volontari della Protezione Civile abbiamo fatto una zattera di fortuna. Io mi sono tolto alcuni indumenti della divisa, perché c’era il rischio che qualche ramo si potesse incagliare nei vestiti, poi sono salito sulla zattera e l’ho utilizzata per raggiungere l’uomo in difficoltà".

Non ha avuto timore di cadere?

"No e poi alla zattera avevamo legato una cima che teneva il mio collega".

E poi?

"La zattera era troppo piccola per consentire ad entrambi di salirci, non ci avrebbe retto, così ho caricato lui e io mi sono aggrappato, mentre il collega ci tirava verso di loro".

Lei ha messo a rischio la sua vita…

"Fa parte del mio lavoro e in quel momento non ho pensato a me, ho pensato solo al modo per tirare fuori vivo quell’uomo".

E’ stato un atto coraggioso… "Un atto dovuto, era un ragazzo di origine cinese di 35 anni, mi ha ringraziato in tutti i modi, salvarlo era il nostro obiettivo, ci siamo riusciti".

Quella del 15 settembre è stata una notte infinita, non trova?

"Dal laboratorio siamo subito tornati a Passo Ripe, dove purtroppo, per Maria Luisa Sereni non c’è stato nulla da fare, ero pronto ad intervenire, ma purtroppo era già tardi. Poi ci siamo messi alla ricerca di altre persone che erano disperse, tantissime in preda al panico, era un caos totale".

Nei giorni sucessivi è stato partecipe del ritrovamento del piccolo Mattia?

"Si, abbiamo sperato fino all’ultimo istante che fosse vivo ma purtroppo non è andata così, nonostante nessuno ha mai ceduto un attimo nelle ricerche". Quella sera, molte persone hanno rischiato la vita…

"Nel laboratorio dove abbiamo tratto in salvo il cittadino cinese, una giovane mamma ha rischiato di trovarsi in mezzo al fiume di acqua e fango. Quando è arrivata l’ondata era appena salita in casa per dare da mangiare ai figli".