"Polli, l’allevamento è ancora attivo"

Tesei ha vinto la sua battaglia legale: "Ma l’impianto funziona ugualmente". La proprietà: "Regole rispettate"

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di Sara Ferreri

Dopo una battaglia legale che va avanti da due anni e mezzo la famiglia Tesei vince la sua battaglia contro il mega allevamento intensivo di polli (8 capannoni per 90.204 metri cubi di volumetria) costruito a 435 metri alla sua proprietà. Il Consiglio di Stato nei giorni scorsi su ricorso della famiglia Tesei contro la società Agricola Ponte Pio srl (gruppo Fileni) ha annullato il provvedimento autorizzatorio unico della Regione Marche (Paur) del 27 febbraio 2020 che ha dato il via libera alla costruzione degli 8 capannoni in località Passo Imperatore. Andrea Tesei imprenditore che ha investito risorse e tempo per combattere l’impianto soprattutto per gli odori e l’impatto visivo a 400 metri in linea d’aria dalla villa ottocentesca di famiglia (oggetto di vincolo culturale diretto e indiretto) assicura: "Abbiamo ottenuto ragione ma l’impianto è ancora attivo, andremo fino in fondo perché la sentenza è esecutiva e dice che l’impianto è privo della necessaria autorizzazione. Gli odori sono particolarmente forti e abbiamo chiesto agli enti preposti di fare misurazioni al termine del ciclo produttivo, in particolare in estate. La nostra proprietà a causa del pollificio si è svalutata del 40 per cento".

Il gruppo Fileni dal canto suo replica: "Ribadiamo la bontà del progetto che ha portato alla realizzazione del sito nel rispetto delle normative nazionali e regionali, come sempre accade per tutte le sue strutture. L’allevamento, che ha iniziato la sua attività da circa un anno, resta operativo. La sentenza interviene su questioni di carattere urbanistico che secondo il Consiglio di Stato avrebbero dovuto richiedere una modifica preventiva al Piano territoriale di coordinamento". Ma cosa accadrà a questo punto visto che il Consiglio di Stato ha annullato l’autorizzazione all’impianto? Probabilmente dovrà ripartire l’iter autorizzatorio con una nuova conferenza dei servizi. Un percorso non semplice sia perché la famiglia Tesei porterà avanti la battaglia sia perché dovrebbero essere abbassate alcune strutture e dovrà essere sanata anche la questione relativa alla fascia di rispetto del fiume Esino. Come si legge in sentenza l’insediamento poi necessiterebbe di una variante al piano regolatore. "Diversamente dalle conclusioni raggiunte in sede di conferenza di servizi – si legge nella sentenza -, al fine di insediare l’allevamento industriale in esame, in quanto eccedente le dimensioni prescritte dalla legge regionale 13 del 1990, era necessario apportare una variante al piano regolatore generale".

Inoltre secondo il giudice amministrativo quel tipo di insediamento non sarebbe potuto nascere "all’interno della fascia di continuità naturalistica a cavallo del Fiume Esino".