Ancona, ponte crollato in A14, gli indagati sono 41

I reati contestati vanno dal disastro colposo alle lesioni gravi con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro

Il ponte crollato sull'autostrada A14 (Antic)

Il ponte crollato sull'autostrada A14 (Antic)

Ancona, 16 maggio 2017 - Disastro colposo, cooperazione colposa in omicidio, lesioni colpose e lesioni gravi commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Sono questi i reati contestati ai 41 indagati nell'inchiesta sul ponte 167 dell'autostrada A14, il cui crollo il 9 marzo scorso ha provocato la morte dei coniugi Emidio Diomede e Antonella Viviani, residenti a Spinetoli nell'Ascolano, che stavano transitando con la loro auto in direzione sud, al km 235+800 tra Camerano e Castelfidardo. Inoltre il pm Irene Bilotta ha disposto un'integrazione di consulenza tecnica per accertare le cause del crollo, come atto irripetibile. L'incarico verrà conferito giovedì ad Ancona.

Tra i 41 indagati figurano i responsabili delle ditte della 'filiera' che si occupava dei lavori affidati alla Delabech in subappalto da Pavimental, società controllata da Autostrade per l'Italia. I reati contestati sono il disastro colposo, la cooperazione colposa in omicidio, le lesioni colpose ai danni dei tre operai romeni rimasti feriti, lesioni gravi commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro.

L'atto irripetibile è stato deciso dal pubblico ministero, visto lo stato dei luoghi soggetto a modificazione e la precaria stabilità delle opere provvisionali presenti sul posto. Il pericolo, secondo la Procura, riguarderebbe anche le campate laterali del cavalcavia, rimaste sospese senza sostegni permanenti idonei. E pure le macerie rimaste esposte a rischio di atti vandalici, con la conseguente perdita di valenza probatoria delle attività tecniche che dovranno essere eseguite.

Dopo il conferimento dell'incarico in programma per giovedì, vi sarà forse un nuovo sopralluogo a cui parteciperanno il magistrato, i consulenti (gli ingegneri Luigino Dezi e Michele Pierri) e le parti con i loro esperti. Parti offese nel procedimento sono i figli delle due vittime - Daniele e Daniela Diomedi, assistiti dall'avvocato Vincenzo Maccarone - e i tre operai rimasti feriti, Emil Cristanel Oprea, Fanel Ilie e Dumitru Scopet.