Porta Cavour cementata: esposto

Il consigliere Arnaldo Ippoliti pronto a chiamare in causa l’amministrazione comunale e la Soprintendenza

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La copertura di Porta Cavour finirà in un esposto. A farlo sarà il consigliere comunale Arnaldo Ippoliti a cui la cementificazione dei resti ottocenteschi riaffiorati il 13 marzo scorso durante i lavori finalizzati ad eliminare le barriere architettoniche.

"Lo farò al ministero dei Beni Culturale – annuncia Ippoliti – contro l’amministrazione e contro la Sovrintendenza, vediamo chi ha ragione".

A parere di Ippoliti, che di lavoro fa l’avvocato, il Comune avrebbe fatto un grave errore nel cementare l’antica porta che fino alla fine del 1800 permetteva di accedere a quello che era il cuore della città. "L’assessore stesso (Manarini, ndr) lo ammette scrivendo copriamo ma la porta sarà visibile con una proiezione a cielo aperto. Quindi ci faranno vedere un filmato invece che i resti murari. Ridicole e risibili le affermazioni sul fatto che cementando hanno tutelato quei resti, coperti con un tessuto non tessuto, che per sempre non saranno più accessibili, né visibili a noi anconetani. Domando allora perché non cementifichiamo e copriamo anche i resti dell’anfiteatro romano e al suo posto facciamo una proiezione? Bastava mettere una teca in vetro come fanno in tutti i Comuni. Pensano che i cittadini sono tutti sprovveduti. Hanno per sempre rovinato la nostra storia".

Il consigliere vuole rivolgersi direttamente al ministero per capire se i passaggi fatti ad Ancona, tra il Comune e la Sovrintendenza che ha fatto il sopralluogo il giorno dopo i ritrovamenti, per confermare che erano quelli della storica porta, siano corretti. Intervistati dal Carlino sia il Comune, con l’assessore ai lavori pubblici Paolo Manarini, che la Sovrintendenza, con la archeologa Maria Raffaella Ciuccarelli, funzionario della Sovrintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche, hanno sottolineato che il progetto di copertura è stato vagliato e concordato per una soluzione che tutelasse il più possibile i resti. "I reperti trovati non sono abbastanza in profondità – aveva spiegato la Ciuccarelli – e confinarle sotto dei vetri non avrebbero abbastanza circolo d’aria quindi potremmo compromettere la loro conservazione. I resti non saranno però cementati sotto la pavimentazione che si andrà a realizzare. Verrà interposto del materiale in modo che non ci sarà contatto diretto su quello che sarà fatto in superficie. Non saranno toccati da massetto, colate o reti termosaldate. Ci sarà una protezione massima del bene che è quello che ci interessa".

Marina Verdenelli