RAIMONDO MONTESI
Cronaca

Porti d’Oriente con musica e parole: "Un viaggio tra le sponde del mare"

Giovanni Seneca e Luca Violini stasera alla Mole di Ancona con lo spettacolo dedicato alla Macroregione

Giovanni Seneca e Luca Violini stasera insieme alla Mole di Ancona

Giovanni Seneca e Luca Violini stasera insieme alla Mole di Ancona

Musica e parole per evocare e raccontare "storie, misteri, commerci, partenze e ritorni vissuti da popoli separati, ma uniti dal mare". Viene presentato così "Porti d’Oriente, suoni e racconti della Macroregione Adriatico-Ionica", spettacolo che va in scena stasera (ore 21.30) nella corte della Mole Vanvitelliana di Ancona. La produzione, firmata Adriatico Mediterraneo e Mediadux di Federica Maurizi, ha come base un testo dello sceneggiatore Paolo Logli, interpretato dall’attore e doppiatore Luca Violini, e ‘musicato’ dal chitarrista e compositore Giovanni Seneca. E’ quest’ultimo a spiegare che "l’idea è nata quando sia l’Iniziativa Adriatico Ionica che la Regione volevano celebrare i 25 anni della firma della Carta di Ancona, da cui è partito tutto il percorso della Macroregione, che noi seguiamo da diversi anni con Adriatico Mediterraneo. Logli ha quindi scritto un testo originale che parla dei popoli della Macroregione, a livello storico, ma anche poetico".

Come è strutturato lo spettacolo?

"Non è semplicemente un testo accompagnato da un commento musicale, ma è un percorso musicale all’interno del quale il testo funge quasi da coprotagonista della parte musicale. C’è una partitura musicale completa al cui interno il testo va in qualche maniera a sottolineare alcuni momenti musicali. Ovviamente il testo ha una narrazione sua".

Le musiche sono sue?

"Si alterneranno miei brani originali e qualche canzone tradizionale di vari Paesi, come il Kosovo, che rappresenta l’area balcanica, e la Grecia. Ci sarà un po’ di musica araba, e anche un saltarello marchigiano. E’ un viaggio tra le sponde del mare, tra le suggestioni della musica e quelle dei racconti. Era un’idea che avevo già da tempo, perché il tema mi appassiona".

E’ una ‘prima’ assoluta?

"Sì, non l’abbiamo mai fatto". Parlando di viaggi lei in questi lunghi anni di ‘Adriatico Mediterraneo’ ha visitato molti paesi approfondendone la cultura musicale.

"Sì, e ho avuto occasione più volte di suonare insieme agli artisti locali, alcuni dei quali sono venuti poi a esibirsi ad Ancona. Perché poi alla fine la conoscenza diretta è la cosa migliore. Tra l’altro lavorando con musicisti provenienti dall’oriente dell’Europa ti rendi conto che la musica tradizionale è molto più sentita e studiata rispetto all’Italia. Loro portano avanti la musica colta e quella popolare in maniera parallela, anche a livello di Conservatorio. Nei Balcani, in Grecia, la tradizione entra maggiormente nel linguaggio, anche dei giovani. C’è una maniera diversa di fare musica. E’ una questione sociale e storica".

A che punto siamo con il Festival ‘Adriatico Mediterraneo’? "Sono arrivate buone notizie. Il Comune ci sostiene in misura maggiore, ma soprattutto siamo stati accreditati al ministero della cultura. Il festival ora è ministeriale. Ciò fa sì che sarà mantenuta la formula classica di fine agosto, ma ci saranno anche interessanti appuntamenti che andranno avanti fino a ottobre". Nomi?

"Per ora non mi sento di farli, ma come sempre cercherò di coniugare qualità e un minimo di riconoscibilità dell’artista".

Raimondo Montesi