Positivi al Covid in almeno dodici reparti

Il caso del focolaio in ortopedia non sarebbe isolato. Ci sono contagiati anche in chirurgia toracica, medicina d’urgenza e neurologia

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Piccoli focolai attivi in vari reparti, il Covid è entrato in pianta stabile all’interno dell’ospedale regionale. Il caso del focolaio esploso la settimana scorsa all’interno del reparto di ortopedia a Torrette non sarebbe isolato e vedrebbe coinvolti altre unità operative. Stando al report fornito da fonti ospedaliere pazienti ‘con Covid’ (ricoverati a Torrette per altre patologie e poi risultate positive al virus) un numero variabile di positività sarebbero presenti in almeno una mezza dozzina di reparti. Quello di ortopedia è il più eclatante con punte che hanno raggiunto le venti unità (il numero dei positivi dovrebbe essere leggermente calato rispetto alla prima ondata causata da focolaio), ma pazienti positivi al Covid sono stati individuati e isolati in altri reparti. Ecco i casi accertati: chirurgia toracica, medicina d’urgenza, neurologia. Si tratterebbe di numeri inferiori a ortopedia, nell’ordine di 2-3 casi a reparto, tenuti distaccati dal resto del reparto in stanze dove però non è garantita la pressione negativa, assolutamente necessaria negli ambienti ospedalieri dove sono presenti casi Covid. Questi pazienti non possono essere trasferiti nelle due malattie infettive, clinica e divisione, perché entrambi sono strapieni e continuamente sollecitati ad accoglierne altri dal pronto soccorso. L’altro giorno erano tra gli 8 e i 10 casi quelli tenuti in ps in attesa di un passaggio in reparto. C’è, infine, l’ultimo reparto dove vengono seguiti i casi Covid più gravi, ossia la clinica di rianimazione che ha ricavato da tempo un’area dedicata eventualmente allargabile a seconda delle necessità. Ad oggi sono 3 i pazienti in terapia intensiva, 2 sono ‘con Covid’, mentre un terzo è seguito a causa di una grave forma di polmonite interstiziale da Covid. si tratta di un 70enne della zona di Ancona, l’unico caso assimilabile alle polmoniti brutte evidenziate soprattutto nella primissima fase pandemica, tra marzo e maggio del 2020. Il paziente, vaccinato e dunque caso abbastanza raro, è entrato a Torrette alcune settimane fa a causa di un grave forma di insufficienza respiratoria. Come per gli altri casi analoghi degli ultimi trenta mesi, l’uomo è stato intubato ed è seguito costantemente.