Pranzo alla salmonella ad Ancona, indaga il Nas

Sono passate due settimane dall’intossicazione, ma ancora le due famiglie non stanno bene. Denunce

Ancona, 16 novembre 2022 - Uova alla salmonella servite a un pranzo domenicale, non ancora pienamente ristabiliti tre membri di due famiglie che avevano mangiato il prodotto avicolo risultato poi infettato dal batterio. Sono passate oltre due settimane da quel pasto doloroso per due famiglie anconetane e ancora tre persone, in particolare due minorenni, non si sono completamente ristabiliti: "Mia figlia sta meglio, anche se ancora è debole, così come i malati dell’altra famiglia - racconta il genitore di una delle due famiglie coinvolte -. Speriamo che il batterio sia sconfitto".

I controlli dei carabinieri del Nas
I controlli dei carabinieri del Nas

Lo stesso poi aggiunge un dettaglio importante: "A quanto mi risulta i NAS (Nucleo antisofisticazione dei carabinieri, ndr.) e l’ufficio di igiene hanno attivato un’indagine a fronte delle nostre denunce e delle segnalazioni del medico e del laboratorio analisi, ovviamente non ne conosco gli esiti".

Le due famiglie non hanno esitato ad attivare le indagini presentando ufficiale denuncia dopo aver affrontato il problema più serio, ossia le condizioni di salute di quelli che hanno patito di più. dalle visite in pronto soccorso alle analisi di laboratorio. Il pranzo era stato consumato in un noto locale che si trova all’interno dell’area del Parco del Conero. A tal proposito abbiamo ricevuto la segnalazione di uno dei ristoranti più conosciuti del Conero che prende le distanze dai fatti e dall’indagine: "I fatti riportati nell’articolo non sono avvenuti nel nostro ristorante - spiega Tommaso Verdini, titolare dell’Osteria del Poggio -. Una precisazione credo d’obbligo visto che nel periodo invernale nell’area territoriale che avete delimitato i ristoranti sono meno frequenti rispetto all’estate. Da ottobre in avanti restiamo in pochi aperti, per cui ci tenevo a precisare che tale, increscioso episodio non si è verificato nel mio ristorante".

A proposito del ristorante dove si è invece effettivamente verificato il problema, certo non per volontà, il capofamiglia con cui il Carlino è entrato in contatto stigmatizza un altro dettaglio poco piacevole della vicenda: "A parte tutto il resto - aggiunge il cliente anconetano - dai titolari di quel ristorante non abbiamo ricevuto alcun contatto, nonostante avessimo espressamente chiesto di essere richiamati, lasciando il numero di telefono, in caso di riscontri alla nostra segnalazione: evidentemente l’attenzione è il rispetto verso il cliente non è considerato un valore aggiunto".