L’inchiesta di Milano, su Equalize, ha fatto emergere la vulnerabilità dei sistemi informatici utilizzati da tutti e in più campi, soprattutto per lavorare. Per capire com’è la situazione nella nostra regione, il Carlino ha intervistato Lorenzo Sabatucci, dirigente del Compartimento Polizia Postale e Comunicazione delle Marche.
Sabatucci, siamo al sicuro in regione o avete allarmi di spioni anche da noi?
"Da noi zero allarmi per ora. Senza entrare nel merito dell’inchiesta milanese, dove lì ci sarebbero stati degli operatori infedeli, non è poi cosi facile inserirsi nei sistemi e qua nelle Marche facciamo molta prevenzione che aiuta a scongiurarli".
Ci spieghi meglio...
"La sicurezza dei sistemi informatici è un obiettino in fieri, sta crescendo la consapevolezza di alzare gli standard, sia sul pubblico che sul privato. La cybersicurezza si sta adeguando alle possibili minacce e attacchi di apparati". Come avviene questa prevenzione?
"E’ il nostro stesso compartimento a farla, facciamo formazione ai cittadini e sensibilizzazione rivolta agli utenti, agli operatori e anche alla popolazione anziana. Andiamo nelle scuole. La formazione serve a rendere edotte le aziende che agiscono di conseguenza. Poi facciamo e diamo supporto alle vittime che sono persone fisiche, società o enti che hanno bisogno di proteggere i loro sistemi o perché hanno subito attacchi".
Quindi qualche tentativo di hackeraggio c’è stato anche da noi?
"Non siamo ai livelli di Milano ma qualche problema lo danno anche qui. L’importante è segnalare subito, tempestivamente, rivolgersi alla Polizia Postale che può dare supporto. Da noi non abbiamo matrici criminali, sono attacchi più di matrice economica, per fare truffe e creare un danno economico. Ripeto però, la strategia per fronteggiarli è investire in prevenzione, avere conoscenza dei rischi".
Sono hacker che chiedono denaro?
"Esistono molte tipologie, alcuni sì, arrivano al contatto con l’interlocutore, la vittima, per un ritorno economico. Il catalogo è molto ampio e segue l’evoluzione tecnologica".
C’entrano anche i social network?
"Non c’è una tendenza specifica, diciamo che tutto quello che è virtuale, social compresi, sono coinvolti, ma anche la sfera lavorativa, lo smart working, hanno aumentato i rischi, le persone sono più esposte".
Ma è così facile violare un sistema?
"No, ma dipende dalle circostanze e comunque la polizia è molto incisiva, riusciamo a scoprirli e le pene sono severe, si va in carcere".