Prima classe in quarantena "Dopo 4 giorni di scuola"

I ragazzi di una prima alla media Borsellino costretti alla dad fino al 22 aprile. Intanto a Villa Serena aumentano i posti letto, ma le informazioni scarseggiano

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È tutt’altro che conclusa l’emergenza Covid in città: nonostante lo screening agli studenti effettuato dal Comune di Jesi prima del ritorno sui banchi c’è già una classe in quarantena. Lo screening al Palatriccoli aveva fatto emergere 80 positivi, ma al riscontro del tampone molecolare si erano ridotti soltanto a due, rimasti a casa come da protocollo. Ma domenica per alcuni ragazzi di una prima media della scuola Borsellino, dopo appena quattro giorni di attività scolastica in presenza, è scattata la quarantena fino al 22 aprile prossimo. Quindi per questi ragazzi nuovamente didattica a distanza per tutti com’è stato per tutto il mese di marzo e fino al 7 aprile. "È incredibile – lamenta amareggiata una mamma – dopo nemmeno quattro giorni di scuola è normale che siamo di nuovo in quarantena per un bambino positivo? Questa è già la seconda volta. E pensare che a Jesi hanno fatto lo screening per tornare a scuola in sicurezza". C’è da dire che allo screening volontario organizzato dall’amministrazione comunale al Palatriccoli hanno risposto la metà degli studenti dunque non tutti sono stati controllati e soprattutto che il virus sta circolando ancora molto. Al momento non sono state fortunatamente segnalate all’amministrazione comunale altre positività o quarantene nelle scuole cittadine. Intanto scendono lievemente i pazienti Covid all’ospedale Carlo Urbani dove restano comunque ancora tutti occupati i 16 posti letto di Terapia Intensiva e 11 quelli in Semintensiva. Decongestionato anche il pronto soccorso dell’Urbani dove ieri erano tre i pazienti Covid in attesa di un posto libero. Sono scesi invece a 68 i ricoveri nei reparti non intensivi del Carlo Urbani. Nel frattempo però la casa di cura convenzionata Villa Serena ha incrementato da 20 a 40 i posti letto dedicati a pazienti malati dopo aver contratto il virus. Dalla clinica Villa Serena un familiare lamenta la difficoltà di avere informazioni sulla propria madre ricoverata da alcuni giorni: la situazione non è semplice. "Al telefono – spiega il figlio - ci dicono che debbono occuparsi di tanti pazienti. Ci sono tre infermieri per i 40 posti letto (occupati a ieri ve ne erano 36 e la dotazione organica sarebbe di quattro, ndr) e domenica non siamo riusciti a parlare con un medico. Ci dicono che nostra mamma rifiuta il cibo, ma ci chiediamo se ci sia qualcuno che abbia il tempo per aiutare e invogliare a mangiare questi pazienti così debilitati. Quello che chiediamo in una fase così difficile per tutti è solo essere informati costantemente perché purtroppo non possiamo stare vicini a nostra madre".

Sara Ferreri