Bianconi come Sindona. Il crac di Banca Marche sarebbe simile "dal punto di vista fattuale e strutturale" a quello della Banca Privata Italiana di Michele Sindona. Il paragone è stato fatto ieri dal pm Andrea Laurino, nella requisitoria iniziata proprio ieri per il processo del fallimento dell’ex istituto di credito marchigiano. Il pubblico ministero ha citato uno dei più grandi crac italiani, datato 1974, quello che ha protato pesanti pagine di storia, dall’omicidio di Giorgio Ambrosoli fino alla morte misteriosa dello stesso Sindona, nel 1986. "Cito il caso perché? - ha detto il sostituto procuratore, in aula, ai giudici del collegio penale -. Perché se voi andate a vedere quello che successe lì è molto simile dal punto di vista fattuale e strutturale a quanto successo qui". Il pm ha citato una sentenza della Corte di Cassazione sul caso Sindona evidenziando lo stesso meccanismo delle due banche: una condotta distrattiva con prestiti concessi a chi difficilmente li avrebbe potuti restituire. La requisitoria di Laurino e degli altri pm del pool, Serena Bizzarri e Marco Pucilli, sono state apprezzate dall’avvocato di parte civile Paola Formica, per Adusbef. "Sono puntuali e ricostruiscono i segnali di crediti difficoltosi presenti da tempo per cui non vi è stata una adeguata e prudenziale gestione da parte della banca a tutela dei risparmiatori, clienti storici e fedeli". Lunedì prossimo è prevista un’altra udienza dove si concluderanno le requisitorie dell’accusa con le richieste di condanna per i 13 imputati tra i quali l’ex direttore Massimo Bianconi. Per fine anno è attesa la sentenza di primo grado per il crac da oltre un miliardo di euro e migliaia di risparmiatori beffati. Gli imputati devono risponde, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e ostacolo alla vigilanza.
Marina Verdenelli