Pronto soccorso caos e lavori mai realizzati

Il Tribunale del Malato torna all’attacco per la situazione dell’ospedale: "Pazienti da giorni sulla barella in attesa del ricovero"

Pronto soccorso caos e lavori mai realizzati

Il pronto soccorso dell’ospedale Urbani

"L’ampliamento del pronto soccorso è stato finanziato quattro anni fa ma non si capisce che fine abbia fatto. Abbiamo un’osservazione breve intensiva che dovrebbe dialogare con il pronto soccorso e che invece continua a restare al quinto livello. Per questo e per molte altre carenze negli organici ho chiesto al sindaco Fiordelmondo di convocare con urgenza l’osservatorio sulla sanità invitando anche il direttore Ast Giovanni Stroppa". Va in pressing il tribunale del malato tramite il suo coordinatore Pasquale Liguori dopo un altro lunedì, piuttosto difficile al pronto soccorso dell’Urbani. "C’è un 90enne che attende da tre giorni un posto letto su una barella – aggiunge Liguori – servono posti letti nei reparti e spazio al pronto soccorso. Non si capisce davvero perché non venga finalmente realizzato l’ampliamento che era stato finanziato anni fa con mezzo milione di euro. Serve un confronto aperto con i responsabili Ast e della Regione per fare finalmente chiarezza. Ci sono anche i reparti di Cardiologia e Oncologia in grande difficoltà per mancanza di medici".

Ma a muoversi è anche la politica regionale. Ha scelto la domenica pomeriggio il presidente del consiglio regionale Dino Latini per toccare con mano le criticità e "ascoltare le esigenze degli operatori sanitari che ogni giorno sono in prima linea" spiega lui stesso che aggiunge: "Il ‘Carlo Urbani’ di Jesi può contare su un personale qualificato e impegnato a seguire i pazienti, affrontando il numero sempre più elevato degli stessi. Una grande professionalità che si allarga anche ad altre funzioni extra pronto soccorso, quando questo diventa un reparto normale per la presenza di assistiti per più giorni. Evidente - prosegue Latini - è la difficoltà di sopportare per tanto tempo l’incremento degli accessi dei malati e l’impossibilità di dare loro una risposta efficiente. È necessario mettere a disposizione le strutture ai reparti affinché il pronto soccorso torni a essere soltanto pronto soccorso e destinare le sue risorse umane a questo obbiettivo. Dobbiamo farlo".

Il presidente del consiglio regionale annuncia i prossimi passi da mettere in campo: "È indispensabile attirare tanti giovani medici specializzandi a scegliere di lavorare o solo fare pratica nei reparti di pronto soccorso, ad esempio quello di Jesi. Il rischio è che altrimenti tra pochi anni non avremo più medici che lavorano nei pronto soccorso e che siano adeguati alle richieste di assistenza dei pazienti. Il pronto soccorso di Jesi va tutelato e rafforzato".

Sara Ferreri