Protezione civile Marche: c’era una volta un gioiello

Dell’apparato protagonista in eventi calamitosi estremi come Pakistan e Haiti resta pochissimo. Aguzzi: "Abbiamo riorganizzato, evento meteo imprevedibile"

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C’era una volta un autentico fiore all’occhiello. Il sistema di Protezione civile delle Marche, corpo riconosciuto in tutto il mondo per una serie di operazioni durante eventi calamitosi di rilevanza catastrofica: dai terremoto in Pakistan, Haiti e a L’Aquila allo tsunami in estremo oriente e tante altre emergenze. Oggi di quell’apparato resta pochissimo e di sicuro non c’è più il sistema di ospedale da campo pronto a essere attivato durante qualsiasi calamità. Dai primi anni della seconda decade del Duemila il sistema che vedeva Roberto Oreficini al comando è stato lentamente smantellato, ma meno di un anno fa c’è stato un altro cambiamento normativo importante.

La Protezione civile regionale è stata spostata all’interno del nuovo organigramma voluto dalla giunta regionale guidata da Francesco Acquaroli. L’apparato era un servizio a sé. Dall’inizio dell’anno il sistema non fa più parte dell’Ufficio del Gabinetto del Presidente, come avveniva in passato, ma è entrato a fare del dipartimento infrastrutture, territorio e, appunto, protezione civile. Si tratta di una modifica dei settori operativi, senza dubbio un ulteriore declassamento del livello oltre che di considerazione dell’intera struttura che in passato era stata portata ad esempio. Il cambio organizzativo è stato pensato l’anno scorso ed è diventato realtà a gennaio, quando c’è stato anche l’avvicendamento alla guida della Protezione civile regionale: da David Piccinini a Stefano Stefoni. Sulla considerazione da parte della Regione nei confronti dell’apparato, l’assessore regionale Stefano Aguzzi, che ha la delega alla Protezione civile, la pensa diversamente: "Nessun declassamento, abbiamo soltanto modificato l’organigramma _ precisa Aguzzi _. Prima c’era un dirigente di settore, adesso il nuovo dirigente, Stefano Stefoni, è dentro un dipartimento con a capo Nando Goffi, ma di fatto non cambia nulla. Certo, magari tutto ciò comporta un po’ meno autonomia, ma a livello tecnico-operativo davvero è tutto come prima, anzi il sistema si rafforza perché è integrato dentro un apparato più completo. Il budget e gli investimenti sulla Protezione civile? Questo passaggio nel sistema organizzativo non ha modificato la nostra attenzione al settore, le risorse economiche, di personale e di strutture è rimasto invariato rispetto a prima". All’interno dell’apparato regionale delle Marche c’è anche l’aspetto legato alle condizioni meteo, un servizio finalizzato a mettere in guardia su eventuali rischi per l’incolumità delle persone qualora si inneschino situazioni di pericolo. Come purtroppo è successo giovedì sera. Sul mancato allertamento, o meglio sulla sottovalutazione del rischio, Aguzzi prende posizione: "Il nostro settore meteo opera a contatto con il centro nazionale di meteorologia. Il fenomeno era considerato di intensità media, l’allerta ‘gialla’ era in zona montana e infatti sulla costa non ha piovuto. Si è trattato di un fenomeno imprevedibile. È caduto mezzo metro d’acqua, forse molta gente questo non l’ha ancora capito".