Punto prelievi "sommerso": l’attività riparte

Dopo l’alluvione il presidio sanitario di Castelferretti era stato chiuso, il sindaco Signorini: "La prossima settimana sarà pronto"

Punto prelievi "sommerso": l’attività riparte

Il sindaco Signorini e il centro prelievi finito sott’acqua

Finito sott’acqua in quel terribile 19 settembre, pronto a tornare operativo ad inizio della prossima settimana.

Dopo le richieste (insistenti) dei castelfrettesi, ieri il sindaco Stefania Signorini ha fatto luce sul punto prelievi della frazione: "Il presidio sanitario presso l’ex Cinema Enal riaprirà lunedì prossimo – ha chiarito –. Nel frattempo, come comunicato dall’Ast (Azienda sanitaria territoriale, ndr), i pazienti fragili sono in carico al Servizio Cure domiciliari e temporaneamente gli altri hanno la possibilità di recarsi presso la sede di via Rosselli, in attesa dell’imminente riapertura a Castelferretti".

Sono arrivate quindi le buone notizie per i cittadini, alle prove generali di ritorno alla normalità dopo l’alluvione di metà mese scorso.

E pensare che per il futuro di quel presidio avevano lottato duramente un anno e mezzo fa, quando si era materializzato lo spettro della chiusura degli ambulatori di via Bruno ma, a fronte di una lunga mediazione, si era arrivati alla predisposizione dei servizi al pianterreno dei locali di via XIV Luglio.

Stavolta, per cause del tutto eccezionali, la calamità ha reso inagibile la sede e sono stati necessari lavori di ripristino, pare anche per alcuni mobili e arredi da sostituire, prima della regolare riapertura.

Del caso dei danni alla struttura dell’ex Cinema Enal, nella quale insiste anche il punto prelievi, si è occupata in questi giorni la capogruppo di Cittadini in Comune Lara Polita che, proprio sulle colonne del Carlino, aveva denunciato che una sua istanza di sopralluogo sarebbe stata ignorata dagli uffici del Castello. Ad ogni modo si sarebbe arrivati ad una svolta per quel presidio essenziale per i castelfrettesi, specie per quelli più in avanti con l’età.

Molto più complessa è invece la situazione del resto del patrimonio pubblico martoriato dalla piena d’acqua e fango. Le stime di allora ammontavano a 2 milioni e mezzo di euro di danni (oltre ai 13 milioni per i privati).

Lo scenario peggiore resta sicuramente quello dello stadio Amadio, dove entrambi i campi sono stati pesantemente lesionati.

Rimane l’unico impianto della città interdetto. I tesserati delle tre società sportive (Falconarese, Castelfrettese e Palombina Vecchia) che vi giocavano, prime squadre e giovanili, stanno proseguendo l’attività tra Roccheggiani (ora sovraffollato) e Neri, oltre al Fioretti (tornato disponibile), mentre alcuni gruppi sono stati dirottati tra Collemarino e Camerata Picena. Domenica, intanto, è stata completata la pulizia di via dell’Artigianato. I segni dell’alluvione, tra Amadio e piscina, erano ancora ben visibili.

Giacomo Giampieri