"Ragazzi con la sindrome di protagonismo C’è disagio, ma qui non esistono le baby gang"

L’intervento del questore alla cerimonia per il 170esimo annniversario dalla fondazione. Ecco tutti i riconoscimenti agli agenti

di Pierfrancesco Curzi

Dagli effetti ancora persistenti della pandemia alla guerra in Ucraina e alle conseguenze dirette sul territorio, passando per il disagio giovanile e il bilancio di un anno di attività. Il padrone di casa, il questore di Ancona Cesare Capocasa, ieri nel suo discorso alla festa della polizia non ha fatto alcun riferimento al rischio di un eventuale declassamento della sede anconetana, preferendo gli elogi e i ringraziamenti nei confronti del personale operativo della questura e dei sanitari. Durante il suo discorso non ha potuto evitare di commuoversi: "È un privilegio per me lavorare con questi poliziotti e poliziotte – ha detto Capocasa – Così come ringrazio il personale sanitario delle Marche, capace di toccare con mano il dolore durante la pandemia e portare a compimento una grande missione umanitaria".

C’è stato soprattutto spazio per gli argomenti caldi del momento, a partire dall’offensiva nei confronti dei gruppi giovanili che da mesi imperversano nel capoluogo: "Le baby gang sono un’altra cosa – ha detto nel suo intervento Capocasa – Sono più strutturate e hanno codici diversi, sfidano le autorità, amano il branco e cercano popolarità in rete per sentirsi più potenti. Certe realtà da noi non esistono, qui siamo a una crescita del disagio giovanile post-pandemico. Le pene non servono, bisogna saper intervenire prima, prevenire le condotte e praticare un generale cambio culturale e ripristinare il concetto chiave della legalità. C’è bisogno della collaborazione di tutti, a partire dalla scuola, coinvolgere lo sport, le politiche giovanili, il lavoro, trattare temi come l’uso consapevole del digitale e le tematiche sessuali. Dobbiamo stare attenti alla crescente sindrome di protagonismo dei nostri giovani".

L’emergenza più attuale a livello continentale adesso è il conflitto in Ucraina che dal 24 febbraio scorso ha prodotto un grande esodo di profughi, in parte diretti in Italia. Ora si assiste a un fenomeno nuovo, non solo nell’Anconetano: "Nel corso delle prime settimane del conflitto abbiamo avuto in media 60-70 persone di origini ucraine che ogni giorno si registravano in questura e nei commissariati di zona. Ora, da qualche giorno – spiega il questore – il numero delle registrazioni è molto limitato e soprattutto iniziamo a vedere casi di donne ucraine, con bambini e non, che iniziano a tornare a casa. Di questo passo resteranno pochi nuclei ucraini dalle nostre parti, molto dipenderà dall’esito del conflitto. Ho visto arrivare persone disperate senza bagagli e senza memoria. Come diceva il Generale Dalla Chiesa ‘certe cose si fanno non per coraggio ma per poter guardare i figli negli occhi’".

In merito all’emergenza Coronavirus, Capocasa ha voluto evidenziare il grande risultato operativo ottenuto dalla Squadra mobile con l’operazione dei falsi Green pass a gennaio. Restando sull’operato della polizia, nonostante i fatti legati al fenomeno delle bande giovanili, nel corso dell’ultimo anno emerge un dato chiaro: "Il numero dei reati è calato sotto ogni punto di vista, magari anche a causa della pandemia, ma sta di fatto che i numeri sono in costante miglioramento, se si eccettua i reati in rete, specie le truffe informatiche. Eppure la percezione di insicurezza tra i cittadini resta alta e io su questo fronte lavorerò sempre di più".