"Ragazzi in lockdown, atti di autolesionismo"

L’allarme della neuropsichiatria infantile del Salesi: "In rete è un continuo di minacce. Sono aumentate anche bulimia e anoressia"

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di Pierfrancesco Curzi

La pandemia, le dipendenze e il male dentro che rischia di bruciare ragazzini e adolescenti. Una generazione a rischio tra i messaggi tossici della rete, il culto della pseudo-bellezza esteriore e il senso di alienazione provocato dalle ore trascorse davanti al video con una consolle in mano. L’emergenza Covid-19 non sta provocando soltanto vittime, specie tra la fascia più anziana delle popolazione, e conseguenze sul fisico di migliaia di persone contagiate. C’è una faccia nascosta del problema che rischia di finire fuori controllo, ossia i danni provocati dai lockdown alla psiche dell’altra sezione fragile della società, ossia i giovani tra 11 e 18 anni. Tentati suicidi, atti autolesionistici, e altre patologie croniche indotte, senza dimenticare gli effetti dei disturbi alimentari. Il dottor Michele Severini, neuropsichiatra del ospedale materno-infantile Salesi, traccia un quadro allucinante e va dritto al punto: "Dopo i casi di ‘Blue Whale’ (il terribile gioco diffuso in rete che ha portato tanti giovani al suicidio nel mondo, ndr) pensavamo di essere andati oltre il problema. In realtà negli ultimi 12-14 mesi stiamo vedendo una recrudescenza di certi fenomeni - spiega Severini -. Non è più la ‘balena azzurra’, ma altre minacce in rete. Ci sono alcuni social network, in particolare quelli di più recente diffusione principalmente dedicati ai più giovani dove, in veri e propri meandri, si nascondono mille insidie. Il risultato è questo: negli ultimi mesi sono aumentati i tentati suicidi, i gesti autolesionistici e i casi di anoressia e bulimia. In tempi molto recenti abbiamo registrato tre ricoveri ‘salvavita’ per altrettante giovani con problemi psichiatrici legati a disturbi alimentari. L’età media di giovani con anoressia e bulimia continua a scendere, vediamo casi di ragazzine anche di 11 anni, mentre una volta riguardavano prettamente persone dai 16 ai 18 anni. Non sono più soltanto le femmine a soffrire di queste patologie, ma anche i maschi con il culto del fisico senza difetti intenti a seguire diete pericolose. Ci sono siti che inculcano il messaggio di non mangiare, di come vomitare senza farsi accorgere e ogni volta che vengono cancellati ne nascono degli altri ancor più subdoli e pericolosi". C’è poi il nodo delle dipendenze, a partire da quella dei videogiochi, con un dettaglio molto particolare: "Il non poter uscire di casa ha spinto tantissimi ragazzi a trascorrere ore ed ore davanti al video smanettando un joystick - aggiunge il neuropsichiatra infantile -. I giovani ricevono un feedback, come a dire ‘Sei bravo, hai successo’ come se fossero parte di un mondo virtuale, ma quando escono di casa non sono nessuno e la perdita di autostima è dietro l’angolo. Le famiglie, come per i siti pericolosi, lavorano e non hanno tempo per seguire i figli durante le Dad nel tempo libero e a controllare le navigazioni su internet". Ora, in vista della riapertura il rischio dell’effetto rebound è altissimo: "Ci saranno quelli che, appunto, non oseranno mettere il naso fuori di casa e altri che, al contrario, si lasceranno andare a mille eccessi, tra alcol e sostanze, i cui effetti potremmo ritrovarceli a breve in reparto".