MARINA VERDENELLI
Cronaca

Ragazzini a rischio: "Escono già a dodici anni. Delinquenza in aumento"

Il presidente del Tribunale dei minori, Sergio Cutrona: "Abbiamo più di 500 procedimenti con giovani accusati di spaccio, rapine e bullismo".

Il presidente del Tribunale per i minorenni delle Marche, Sergio Cutrona, affronta il problema del disagio giovanile crescente

Il presidente del Tribunale per i minorenni delle Marche, Sergio Cutrona, affronta il problema del disagio giovanile crescente

"Da qualche anno registriamo un incremento dell’aggressività dei minorenni, anche in quelli che hanno meno di 14 anni. Quello avvenuto ad Ancona non è un caso isolato. Per capirne il motivo bisogna andare all’origine del fenomeno, una cosa che io cerco di fare attraverso interventi che faccio anche nelle scuole. Il problema è sociale". Così il presidente del Tribunale dei Minorenni delle Marche Sergio Cutrona spiega, dopo l’episodio del 13enne che sabato scorso è stato minacciato di morte da un coetaneo, in centro città, per spillargli dei soldi, come nel panorama attuale la devianza giovanile è in aumento tra i giovanissimi. Il ragazzino era talmente terrorizzato che ha pensato di fermare due agenti della polizia locale che in quel momento si trovavano in centro per servizio e a loro ha confidato di essere rimasto vittima di un tentativo di estorsione da parte di un coetaneo. Messaggi pesanti contenuti nei telefoni di cui ormai i ragazzini di meno di 14 anni fanno uso quotidiano per qualsiasi cosa.

Senza entrare nel caso specifico, che è al vaglio della Procura minorile (è stato sequestrato anche un coltello trovato in tasca al bullo e sull’episodio indaga la polizia locale), Cutrona spiega che "le baby gang non esistono nel senso tecnico del termine, cioè ragazzi che si mettono insieme per fare azioni criminose, ma esistono tanti ragazzi con atteggiamento trasgressivo che si incontrano e si sostengano. E’ un fenomeno di aggregazione spontanea". Il Tribunale dei Minorenni ha più di 500 procedimenti con imputati uno o più ragazzi, per molti dei quali si tenta un recupero con la messa alla prova, accusati di percosse, rapine, spaccio di sostanze stupefacenti, bullismo e abusi sessuali sia tentati che compiuti. "I giovani oggi soffrono della mancanza di un modello educativo ed emotivo dei genitori – osserva Cutrona – vengono lasciati da soli, soprattutto nelle famiglie dove ci sono separazioni o divorzi. Stanno davanti alla tv, giocano con il telefonino, escono di casa da soli già a 12 anni perché i genitori si dedicano alla realizzazione professionale e sono meno responsabili rispetto ai genitori di una volta dove la famiglia era più solida, faceva da contenitore".

Per il presidente del tribunale la società si dovrebbe interrogare su come far fronte a questa situazione "con strumenti efficaci". "Invece la società è sempre più buonista – dice Cutrona - noi avevamo una norma, l’articolo 25, una misura amministrativa che ci permetteva di intervenire anche nei minori non imputabili, facendoli entrare nelle comunità ma è stata trasformata dal legislatore, adesso è solo un palliativo, solo dopo tanti interventi falliti c’è la possibilità di una misura seria. Le nostre armi di intervento sono state spuntate". Bisogna attendere che i ragazzi crescano, commettano qualcosa di serio per intervenire. "Prima si poteva chiedere una misura amministrativa – aggiunge il presidente – ora non ci sono gli strumenti se non limitare la responsabilità genitoriale e quindi intervenire sui genitori". C’è un vuoto normativo per interventi rapidi. La commissione di un reato "è solo una delle manifestazioni della devianza – sottolinea Cutrona – prima c’è l’uso delle droghe, la prevaricazione sui coetanei, l’esibirsi in attività erotiche". Anche i 13enni sono soggetti a denunce ma non al processo penale. Come la Procura dei Minori riceve la notizia di reato questa non potrà mai seguire la strada del rinvio a giudizio "ma cercherà altre soluzioni – conclude Cutrona – per contenere la devianza".