Record di contagi nella provincia anconetana Il virologo: "Variante inglese ora prevalente"

I positivi da noi sono 259 contro i 471 dell’intera regione. Respirano gli ospedali, ma c’è l’ombra della zona arancione. I morti sono 17

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di Alessandro Di Marco

Sospesi tra il giallo rinforzato di oggi della provincia di Ancona e possibili misure più stringenti, magari già dall’inizio della prossima settimana. Sono ore di incertezza in vista del pronunciamento dell’Istituto superiore di sanità, previsto per domani. "Attendiamo un altro confronto con il governatore che ci è stato annunciato per questo fine settimana", la voce all’unisono dei sindaci del territorio che, dopo il summit in videoconferenza con Acquaroli di martedì sfociato nelle restrizioni circoscritte agli spostamenti fuori distretto provinciale, continuano ad interrogarsi sugli ultimi numeri non certo incoraggianti. In particolare quelli di ieri sono da bollino rosso, visto che mai prima d’ora la provincia di Ancona era arrivata a mettere insieme così tanti contagi (259) con un’incidenza sui casi complessivi delle Marche (471) enormemente elevata. Nel mirino ci sono in particolare cinque località che dall’avvio di febbraio ad oggi, anche per l’effetto delle varianti del virus, hanno registrato una chiara crescita arrivando ad un rapporto molto elevato tra i contagi attuali e la popolazione complessiva. I dati più preoccupanti giungono dalla Valmusone tra Osimo con 342 positivi odierni su 35mila residenti, Loreto (149, rispetto agli 82 di inizio mese) e soprattutto Castelfidardo che in 17 giorni è passata da 115 casi a ben 286. Sotto osservazione anche Jesi con i suoi 327 infetti (erano 218 il primo febbraio) e Sassoferrato issatasi da 34 a 133.

Intanto la variante inglese arriva anche nell’entroterra fabrianese e il primo caso accertato del virus mutato è quello del sindaco di Genga Marco Filipponi. La sua positività era emersa dopo il tampone effettuato lunedì 8 febbraio e ieri è stato evidenziato che, tra le verifiche effettuate a campione tra alcuni dei contagiati, il profilo virale risponde ai parametri della variante anglosassone. "Sto bene, non ho più particolari sintomi dopo un giorno di febbre la settimana scorsa", rassicura il primo cittadino. Oltre a lui sono positive la moglie e la figlia, entrambe con un quadro clinico ugualmente rassicurante. "Non so proprio come il virus inglese sia potuto arrivare da me, ma non escludo che sia sbarcato a scuola, visto che oltre a mia figlia ci sono anche altre persone risultate positive che frequentano l’Istituto comprensivo tra Sassoferrato e Genga". Al proposito, dice il prof Stefano Menzo, direttore del Laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti: "La variante inglese continua a girare e, anzi, ad Ancona e provincia è ormai diventata prevalente rispetto al ceppo ‘tradizionale’ del Covid". Sono stati riscontrati anche casi di variante brasiliana e sudafricana, ma secondo Menzo si tratta per ora di "casi sporadici", legati a persone "tornate da viaggi all’estero".

Lievi ieri le variazioni dal fronte sanitario, sebbene contrassegnate da una confortante doppietta di segni meno. A livello regionale, infatti, calano sia le presenze in terapia intensiva (78 rispetto alle 80 di martedì), sia le degenze complessive per Covid scese a 612, ovvero tre in meno del giorno prima. Attualmente sono 8.155 coloro alle prese con il virus nelle Marche a fronte di 61.684 positività accertate dall’inizio della pandemia. Anche in questo caso la provincia di Ancona è nettamente davanti alle altre con 18.756 trasmissioni, rispetto alle 14.069 di Pesaro.

Sempre più tremendi gli aggiornamenti dalla voce più triste, ovvero quella dei decessi. Nel bollettino del Gores marchigiano di ieri sono state inserite 17 persone che non ce l’hanno fatta, di età compresa tra 64 e 93 anni, tutte alle prese con patologie pregresse. Sei i residenti in provincia: un 75enne di Osimo, una 81enne di Cupramontana, un 83enne di Filottrano, un coetaneo di Sassoferrato, una 84enne di Jesi e un 92enne di Ancona.