Reddito di cittadinanza: scovati quattro furbetti

Indagini della Guardia di Finanza: hanno percepito 27mila euro senza averne diritto. Per tre di loro è scattata la denuncia penale

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di Alessandro di Marco

Quatto furbetti del reddito di cittadinanza stanati sul territorio provinciale dalla Guardia di Finanza nel primo semestre del 2020 per aver percepito complessivamente 27 mila euro senza averne diritto. In totale le Fiamme Gialle anconetane nella metà dell’anno sono state impegnate nei controlli accurati su 14 soggetti percettori nella misura di sostegno per i quali si potevano profilare alcune irregolarità e per quattro di questi, appunto, è scattata la richiesta di revoca del sussidio in denaro. Peraltro in tre dei quattro casi si è arrivati alla denuncia penale. Non ci sono solo i casi riportati dalla cronaca nazionale di chi ostenta benessere diffuso attraverso uno stile di vita non propriamente morigerato, ma anche situazioni più tecniche che possono dare luogo allo stop. Anche nelle vicende in questione tra Ancona e dintorni, infatti, si è andati alla ricerca di dati diversi dal semplice reddito Isee, in quanto ci sono anche altri aspetti da monitorare, come il patrimonio finanziario inferiore a 6 mila euro (fondi e investimenti finanziari compresi) per i single e di 12 mila euro per ciascun nucleo familiare, come pure il divieto di possedere veicoli immatricolati negli ultimi sei mesi e piccole imbarcazioni. Ecco perché a volte l’attività investigativa necessita di tempi piuttosto dilatati dovendo andare alla ricerca di una lunga serie di dati sensibili più o meno volontariamente omessi dai richiedenti, prima di arrivare a compilare fascicoli d’inchiesta. Ma le sanzioni non sono solo quelle impartite dalle forze dell’ordine sempre in stretta collaborazione con l’Inps e passano anche per le inadempienze rilevate dalla Regione che ha attivato un percorso a metà tra l’assistenza e il monitoraggio diretto dei percettori. Ad oggi sono, infatti, nelle Marche ben 1.271 i soggetti segnalati per infrazioni che, qualora vengano ripetute più volte, in futuro potrebbero portare alla decurtazione parziale o addirittura totale del sussidio, prima della sua naturale scadenza. In questo caso si tratta di persone seguite attraverso il Centro per l’impiego che non si sono presentate alle prime convocazioni conoscitive per i colloqui con i navigator o per l’effettuazione di corsi di formazione propedeutici ad una riqualificazione professionale. "I beneficiari - evidenziano in Regione - sono quasi sempre componenti di un nucleo familiare, dove di fatto tutti i soggetti vengono coinvolti nel cosiddetto patto del lavoro". Ciò significa che anche la moglie o i figli maggiorenni conviventi del percettore sono obbligati a rispettare i vari step dei percorsi e qualora diano forfait alle proposte, non solo di lavoro ma anche di formazione, rischiano di far perdere al congiunto il benefit.