Omicidio Renata Rapposelli, il figlio Simone Santoleri odiava la madre

Movente e retroscena, non voleva darle 3mila euro di arretrati. Renata raccontava che una volta lui le aveva messo veleno per topi nella minestra

Simone Santoleri

Simone Santoleri

Ancona, 7 marzo 2018 - "Non so dove abita, ma se vengo in Ancona l’ammazzo. Non mi importa di andare in galera". Simone Santoleri aveva già manifestato la volontà di uccidere la madre Renata Rapposelli per quell’assegno di mantenimento di 200 euro che la donna, a partire da luglio 2017, aveva ottenuto dal padre Giuseppe, che abitava con lui e che con la sua pensione rappresentava l’unica fonte di sostentamento di padre e figlio.

Ancona, omicidio Renata Rapposelli. Ex marito e figlio incastrati da un video / FOTO

E’ economico, dunque, il movente ipotizzato dalla Procura di Ancona, che avrebbe spinto il 44enne a togliere di mezzo la madre, tanto che l’indagato avrebbe più volte protestato anche con la sorella Maria Chiara per la decurtazione della pensione del padre, perché non sarebbe più riuscito a pagare il mutuo. Insieme ai dissapori per il denaro, si mescolano i vecchi rancori dell’infanzia, tanto che Renata aveva già raccontato che nel 2010, quando aveva partecipato al battesimo della figlioletta di Simone, si era accorta del sapore strano del cibo e il figlio le aveva detto di averlo avvelenato con il topicida.

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"Non muori nemmeno con il veleno per i topi!". L’omicidio sarebbe avvenuto al termine di una lite. "Sei una t... dopo tanti anni vieni a riprenderti quello che hai lasciato", è quanto avrebbe gridato nel pomeriggio del 9 ottobre Simone Santoleri, udito da una istruttrice della palestra Blufitness, sotto la casa degli indagati. La testimone, che era davanti alla palestra, non ha sentito la voce dell’interlocutrice, ma le ingiurie pronunciate da Simone fanno pensare al pm Andrea Laurino che era proprio Renata, che voleva tornare a vivere con l’ex marito  Giuseppe.

Ancona, giallo Renata Rapposelli. Altri due filmati inguaiano Santoleri

In questo modo avrebbe portato via al figlio Simone l’unica fonte di sostentamento. I due ex coniugi nelle settimane precedenti, stando alle testimonianze degli amici di Renata e a quello che lo stesso Simone ha riferito in tv, pensavano di trasferirsi all’estero (forse in Portogallo). La testimonianza dell’allenatrice, che ha ascoltato lo sfogo di Simone attorno alle 16.30 del 9 ottobre, contraddice tra l’altro la ricostruzione della visita di Renata a Giulianova: gli indagati hanno sostenuto che la 64enne se n’era andata con l’ex marito prima delle 14. Sempre dopo le 16 sarebbe stata vista da una farmacista di Tortoreto Lido, in stato di agitazione, mentre acquistava un farmaco da banco.

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La testimone ricorda benissimo il cognome Rapposelli, perché è il nome della titolare di una parafarmacia poco distante. Resta da capire come sia stata uccisa la pittrice: gli inquirenti attendono ancora gli esiti degli esami autoptici e tossicologici, mentre non è ancora arrivata nemmeno la relazione dei Ris sul terriccio rinvenuto sull’auto, per capire se sia compatibile con quello di Tolentino.