Revenge porn ad Ancona: "Se ci denunci ti roviniamo, non ti sposerai mai"

Particolari inquietanti emergono dall’inchiesta che ha portato all’arresto dei due fratelli: ragazza costretta ad atti sessuali, perché non fossero diffusi video

Revenge porn, i carabinieri della stazione di Ancona

Revenge porn, i carabinieri della stazione di Ancona

Ancona, 10 maggio 2022 - Emergono ulteriori dettagli circa la vicenda che ha visto due fratelli del Bangladesh, di 19 e 25 anni, arrestati dai carabinieri della Compagnia di Ancona con le accuse di violenza sessuale, detenzione di materiale pedopornografico, diffusione di immagini e filmati a contenuto sessualmente esplicito e violenza privata. Stando alle indagini portate avanti dai militari dell’Arma, coordinati dalla Procura dorica, i due bengalesi si erano anche recati nel negozio dei genitori della connazionale che avevano ricattato minacciando di diffondere il materiale pornografico se non avesse ritirato la denuncia e affermando che, in quel modo le avrebbe "impedito di trovare un marito" in quanto nessuno, nella loro comunità, "avrebbe accettato di sposare una donna che si era prestata a fare simili cose".

L’indagine era infatti scaturita dalla querela della ragazza che, alla fine, ha fatto arrestare i due giovani. Tutto era iniziato quando, lo scorso marzo, dopo una serie di violenze alle quali la giovane si era dovuta piegare dall’agosto del 2020, la donna ha raccontato tutto. Due anni fa, infatti, il titolare di un negozio di telefonia era entrato in possesso di un filmato che riprendeva la giovane durante un rapporto sessuale con il fidanzato dell’epoca.

L’uomo vi era riuscito grazie alla sua attività, essendo proprietario di un negozio di riparazione di telefonia. Recuperato il video, con questo filmato aveva iniziato a minacciarla dicendo che lo avrebbe diffuso se non avesse soddisfatto le sue richieste sessuali.

Dunque, tra l’agosto 2020 e lo scorso marzo, la giovane bengalese era stata costretta a compiere atti sessuali, consumati in alcune strutture ricettive del capoluogo dorico ma anche all’interno dell’abitazione e del negozio gestito dall’uomo il tutto, esercitando continue pressioni psicologiche sulla vittima. L’arrestato aveva pure provveduto a realizzare ulteriori filmati che la riprendevano in atteggiamenti sessualmente espliciti, arrivando anche a costringerla, quando non fosse possibile organizzare degli incontri, a effettuare delle videochiamate tramite WhatsApp in cui doveva spogliarsi o addirittura masturbarsi. La situazione aveva sfiancato e logorato la giovane che in un primo momento aveva anche cercato di opporsi al ricatto ma il suo atteggiamento aveva scatenato le ire dell’uomo.

E’ a questo punto che la donna si è aggrappata a quella che le sembrava ormai essere l’ultima, ma la più sicura, soluzione da prendere: rivolgersi ai carabinieri. I militari, su disposizione dell’autorità giudiziaria, hanno eseguito una perquisizione informatica con l’ausilio di un consulente tecnico, che ha permesso di riscontrare sui dispositivi smartphone in uso ai 2 connazionali, quanto riferito dalla vittima. Rinchiusi a Montacuto, sono sottoposti all’ulteriore divieto di incontrarsi e comunicare. Indagini sono in corso per accertare ulteriori filmati che i due avrebbero fatto nei confronti di una minorenne.