Ricatti online, nelle Marche oltre 100 casi. "Ti spiamo, devi pagare"

La dirigente della Polizia Postale: "Guai cedere, sono tutte truffe"

Ricatti online

Ricatti online

Ancona, 16 ottobre 2018 - Caselle di posta elettronica violate e richieste estorsive sotto forma di truffe online, oltre cento casi segnalati alla Polizia delle Telecomunicazioni delle Marche. Un fenomeno in espansione a cui i cyber agenti stanno cercando di porre un freno, visto che del centinaio di segnalazioni una parte consistente si è trasformata a tutti gli effetti in indagini penali. Soggetti, malviventi, che riescono ad entrare in contatto con i titolari di domini di posta elettronica e dunque a visionare i profili e le navigazioni dei singoli.

Cinzia Grucci della polizia postale spiega come rispondere ai ricatti online
Cinzia Grucci della polizia postale spiega come rispondere ai ricatti online

La seconda fase è quella del ricatto: «So delle tue navigazioni, specie quelle proibite: o paghi o renderò pubblico tutto». Questo il tenore delle mail ricevute nei mesi scorsi da tanti cittadini marchigiani: «Ne seguiamo tantissimi di questi casi e la prima cosa, il primo consiglio che mi sento di dare è quello di non cedere, di non accettare le richieste di questi soggetti. Si tratta di bufale buone per spillare soldi. Si tratta di semplici violazioni dei domini di posta elettronica, senza che dietro ci sia altro». A parlare è la massima esperta di questo settore, ossia la dirigente della Polposta, la dottoressa Cinzia Grucci, con un’esperienza ultradecennale nel settore: «Tanti cittadini, altrettante vittime di questa truffa - aggiunge la Grucci - ci hanno contattato per chiedere consigli, ma in alcuni casi, vista la gravità della cosa, siamo andati oltre. Ci sono diversi sistemi per difendersi da questo malaffare, a partire dalla doppia-chiave di accesso alle caselle».

LEGGI ANCHE Sexy ricatti online, milioni di italiani nel mirino

Diverso, al contrario, il fronte legato a social network popolari, vedi il caso di Facebook, spesso hackerati. È successo pochi giorni fa al consigliere regionale Gianluca Busilacchi che ha denunciato pubblicamente l’episodio.

Qui la Polizia postale interviene poco: «Vede, Facebook, ad esempio, ha fatto outing per così dire e autocensura e regola il suo sistema. Talvolta capita che vengano carpite notizie, ma raramente si arriva di fronte a vere e proprie violazioni dei profili personali. Sul caso del politico non siamo stati interpellati». Infine un altro fenomeno, spaventoso, ma al tempo stesso molto pompato, quello della cosiddetta Blue Whale, la ‘Balena blu’: «Non risultano casi in analisi dalla nostra struttura in questo periodo - puntualizza la dirigente della Polposta - e in generale il fenomeno non ha mai riguardato la nostra realtà. C’è stata molta manipolazione. In realtà si confondono casi di autolesionismo tra giovani, sempre esistiti purtroppo, e le vere cause scatenanti».