Ricorre anche Bontà delle Marche "Dehors, disparità di trattamento"

Il caso della bocciatura del Tar per Rosa apre un nuovo scenario in centro. E pure Capannelli non ci sta: "La modifica del Comune al regolamento è sostanziale. I nostri beni hanno subito una svalutazione"

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di Marina Verdenelli

Dehors tutto l’anno in corso Mazzini, anche Bontà delle Marche ha fatto ricorso al Tar. "La modifica che il consiglio comunale ha apportato di recente all’articolo del regolamento non è proprio minima – spiega Gabriele Capannelli, titolare del ristorante e bottega di prodotti tipici – perché oltre ad aver confermato la temporaneità delle strutture all’aperto solo per le attività di corso Mazzini ha dato la possibilità di aumentare i dehors a tutti gli altri. Questo accentua il problema a cui andiamo dietro da dieci anni, crea disparità tra le attività. Il ricorso era doveroso". A distanza di un decennio Capannelli prova a far cambiare il corso di decreti e regolamenti scaturiti per volontà dell’ex sovrintendente Giorgio Cozzolino che, nella primavera del 2012, impose per una parte del corso vecchio sedie e tavolini fuori solo per sei mesi all’anno, dal 15 aprile al 15 ottobre, senza paraventi, pedane e altri oggetti di arredo ingombranti quale compromesso per poter fruire della visuale della Fontana del Calamo, conosciuta ai più come la fontana delle 13 cannelle. "Se io fosse il proprietario dei muri di uno degli immobili che ospita attività che devono sottostare a questo regolamento – osserva Capannelli – farei causa al Comune perché il mio bene ha subito una svalutazione sul mercato. Ha meno possibilità di un altro negozio che che può avere i tavolini all’aperto sempre. Già dieci anni fa io avevo detto che il decreto era assurdo e feci ricorso al Tar che mi concesse la sospensiva ma poi il Comune ricorse al Consiglio di Stato e vinse. Adesso ci riproviamo, il nostro ricorso verrà discusso in settimana". Quello fatto dalla Cremeria Rosa, come anticipato ieri sul Carlino, è stato respinto. "E’ tardivo e le modifiche introdotte dal Comune nel 2022 non hanno apportato variazioni tali da contestare oggi prescrizioni in vigore già da dieci anni", ha sentenziato il Tar. A presentarlo era stato Simone Boari, legale rappresentante della "Cremeria Rosa Snc", attraverso gli avvocati Michele Cantarini e Michelino Occhionero. "Il Tar non ha deciso nel merito della vicenda – spiega Boari -. Cioè non ha detto se effettivamente Rosa impedisce o non impedisce la visibilità della fontana. Ha deciso sulla base di una questione preliminare: secondo il tribunale avremmo dovuto impugnare il vincolo nel 2012 come hanno fatto altre due attività solo che nella sentenza del 2012 lo stesso Tar aveva scritto il contrario, cioè che andava impugnato l’atto "terminale", cioè l’atto con cui il Comune dava attuazione al vincolo, altrimenti tutti i ricorsi proposti già nel 2012 sarebbero stati tardivi, e invece il Tar li ha dichiarati tempestivi, cioè proposti "in tempo. Quindi ci riserviamo ogni possibile iniziativa sul punto, anche per le gravi conseguenze che ciò comporta. Siamo anni che soffriamo questa situazione e la nostra attività non è nemmeno davanti alla fontana". Nessun ricorso è stato invece fatto dalla trattoria "Le 13 Cannelle". "Si spendono solo soldi – dice Massimo Lampa, titolare – su decisioni che non cambieranno mai. Se qualcuno vince potrebbe fare da apripista ma non sono ottimista. A Roma piazza Navona ha i tavolini tutto l’anno, lì non hanno vincoli?".