Rigopiano, braccio di ferro sulle donazioni per Samuel

I 140mila euro sono fermi nelle casse del Comune di Osimo. Un consigliere comunale: "Il tutore può utilizzarli", ma il sindaco: "Non è vero"

Il salvataggio di Samuel Di Michelangelo (Ansa)

Il salvataggio di Samuel Di Michelangelo (Ansa)

Osimo (Ancona), 2 novembre 2018 - Aveva sette anni il piccolo Samuel Di Michelangelo quando ha dovuto vivere la tragedia di Rigopiano in Abruzzo nel gennaio dell’anno scorso. Si trovava in vacanza con i genitori, entrambi deceduti, il poliziotto Dino Di Michelangelo e Marina Serraiocco, commerciante originaria di Chieti come il marito ma residente con tutta la famiglia a Osimo, in provincia di Ancona.

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Il Comune ha aperto un conto e raccolto circa 140mila euro per lui. Ci sono state erogazioni singole addirittura per diecimila euro, come quella di un’azienda di Pesaro, da parte di benefattori da ogni angolo d’Italia. Di fatto però quei soldi sono ancora fermi. Una donatrice ha anche chiesto indietro i «suoi» 360 euro. Il tempo passa e in molti a Osimo temono che quello sia il primo di tanti dietrofront. E’ passato un anno e mezzo e il consigliere comunale del Gruppo misto Maria Grazia Mariani, assieme all’avvocato Paolo Mengoni, ha deciso di rivolgersi al giudice tutelare di Chieti per chiedere lumi. Pochi giorni fa il giudice Nicola Valletta ha risposto per iscritto:

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«Nessuna somma è stata posta a disposizione del minore, e per esso al tutore provvisorio, che è nella pienezza dei suoi poteri e doveri fino alla nomina del tutore definitivo e/o alla cessazione della tutela per raggiunta maggiore età o altro». «Il giudice tutelare, con grande disponibilità, ha dato subito riscontro alla mia richiesta e sciolto ogni dubbio: il tutore c’è e ha pieni poteri, il sindaco non ha più motivo di trattenere quei soldi nelle casse comunali - commenta Mariani -. Visto il lungo tempo trascorso dal termine della raccolta e la mancata consegna del denaro al bambino infatti un contribuente ha ottenuto dal Comune la restituzione della somma versata. Ciò costituisce un grave pregiudizio per il minore. Per di più la notizia potrebbe essere contagiosa, altri donatori potrebbero chiedere la restituzione di quanto versato con il rischio concreto di vedere depauperata la somma raccolta con grave pregiudizio per il tutelato». 

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Il sindaco Simone Pugnaloni ha ribadito: «Il giudice tutelare deve autorizzare l’accettazione della donazione. Noi abbiamo scritto ai legali di Di Michelangelo per fare richiesta e nessuno si è fatto sentire». In ogni caso il legale Mengoni, nella pec inviata al Comune, dice: «Si confida in un immediato adempimento anche per non perdurare l’indebita custodia della somma, evitando eventuali esposti alle altre autorità che mal si conciliano con la finalità benefica della raccolta fondi».