Rimorchiatore affondato a Bari, indagati comandante e armatore

Il mezzo era partito da Ancona e stava andando a Durazzo: tre marinai morti e due dispersi I pm di Bari ha ipotizzato i reati di concorso in naufragio e omicidio colposo plurimo

Ancona, 21 maggio 2022 - Sono due gli avvisi di garanzia riportati sul registro degli indagati per la tragedia avvenuta mercoledì alle 21, a 53 miglia dalla costa di Bari, che ha visto affondare il rimorchiatore Franco P., partito dal porto di Ancona con il pontone Ad3, diretti allo scalo albanese di Durazzo. Si tratta del comandante del rimorchiatore, Giuseppe Petralia 63enne di Catania, ancora ricoverato al Di Venere di Bari e il legale rappresentante della Ilma di Ancona e armatore Antonio Santini, romano di 78 anni.

Ad Ancona la manifestazione dei colleghi delle vittime
Ad Ancona la manifestazione dei colleghi delle vittime

Il fascicolo aperto dalla procura della Repubblica di Bari ipotizza i reati di concorso in naufragio e omicidio colposo plurimo. A perdere la vita sono stati infatti tre marinai mentre altri due risultano tuttora dispersi e le loro ricerche non sono mai cessate.

Ieri mattina l’equipaggio del pontone ha fatto ingresso nello scalo pugliese. I marinai sono stati raggiunti dagli uomini della polizia giudiziaria (che indagano sulla tragedia su delega dei magistrati della procura di Bari) e accompagnati in Capitaneria per essere ascoltati. Se infatti da una parte indaga la procura, parallelamente un’indagine amministrativa è stata avviata dalla Capitaneria ed è finalizzata alla ricostruzione dell’accaduto.

Che l’equipaggio del Franco P. possa essere rimasto incastrato? "Non possiamo escluderlo – ha detto il contrammiraglio Vincenzo Leone, comandante regionale della guardia costiera di Bari –. Ovviamente questo sarà anche un motivo individuato ascoltando le persone che erano presenti sul luogo dell’evento". Nessuno è infatti riuscito a mettersi in salvo se non il comandante, e l’affondamento è stato "repentino". A dichiararlo, anche il comandante dell’Ad3, Carmelo Sciascia, 67enne siracusano.

"Ho visto tutto e niente – ha detto poco prima di entrare in Capitaneria –. Ho detto io di buttarsi in acqua, ma non ce l’hanno fatta i ragazzi e sono andati giù". Di sicuro quella notte il tempo non era favorevole ma per Sciascia "c’entrano fino a un certo punto, perché c’era mare, 3 metri e mezzo di nord est e vento". Petralia non sarebbe però stato visto in acqua perché "lo ha preso una nave che ho chiamato io per avvicinarsi e prenderlo perché vedevamo una lucetta, perché i giubbotti hanno le lucette che si accendono quando si arriva in acqua. Se il personale avesse indossato i giubbotti – ha aggiunto – si sarebbero salvati tutti, ma non ci sono riusciti perché è stata troppo rapida la cosa e adesso si deve capire perché è stata così rapida".

Nella lista d’equipaggio del Franco P. vi erano inizialmente 7 persone. Il fato, in questo caso, ha però voluto che il primo ufficiale Carlo Bianca, 57enne di Pozzallo, in Sicilia, passasse sul pontone e, in questo modo, si salvasse. L’Ad3 e il Franco P. intanto sono stati posti sotto sequestro. Provvedimento necessario "Per accertare la dinamica dell’affondamento del rimorchiatore e il rispetto della normativa sulla sicurezza dei passeggeri e dell’equipaggio a bordo dell’unità nautica – si legge nel decreto – e di tutti gli strumenti e la documentazione presenti a bordo".

Questo, nonostante il rimorchiatore si trovi a mille metri di profondità ma, all’interno, conserva anche la scatola nera che dovrà essere in qualche modo recuperata. Nel frattempo proseguono le ricerche per tentare di recuperare i corpi degli ultimi due dispersi.