di Giacomo Giampieri
"In Conferenza di Servizi c’è anche il Parco del Conero, quindi non capisco perché il presidente facente funzione se ne venga fuori in maniera postuma mostrandosi scettico sull’intervento di ripascimento a Portonovo. L’architetto Riccardo Picciafuoco, anche per il tramite dei suoi tecnici che vi hanno partecipato, avrebbe potuto dare subito parere negativo, se non fosse stato d’accordo con la soluzione individuata a fronte di un lungo e appesantito iter burocratico per il rilascio delle autorizzazioni ambientali. Se parla di dispendio di risorse pubbliche per i ripascimenti, considerati poco efficaci, ritengo abbia segnato un autogol. E credo debba a tutti delle scuse".
È a Portonovo l’assessore ai Lavori pubblici Stefano Tombolini, quando contatta telefonicamente il Carlino. E stavolta, dopo i toni distensivi utilizzati nei confronti delle associazioni ambientaliste sul medesimo argomento, non risparmia bordate nei confronti dell’attuale governance dell’Ente Parco, replicando alla nota stampa inviata domenica da Picciafuoco. Quest’ultimo si era espresso a favore dell’arretramento delle strutture balneari, palesando però perplessità sull’intervento attuato nelle ultime notti lungo la Baia: "Quello dell’efficacia dei ripascimenti è un tema ormai vecchio che non risolve il problema e prevede un dispendio continuo di risorse pubbliche. Meglio sarebbe studiare una soluzione condivisa con tutte le istituzioni, Regione Marche, Comune di Ancona e gli operatori, per prevedere un arretramento degli stabilimenti che sia sostenibile sia sotto l’aspetto ambientale che economico – scriveva -. Questi interventi di ripascimento che si ripetono ogni 4-5 anni particolarmente onerosi per le casse pubbliche creano malumori ai fruitori oltre che invasivi sull’ecosistema fragile senza dimenticare che gli inerti non possono avere le stesse caratteristiche di quelli trattati dal mare". Dunque la reazione di Tombolini: "Non posso esimermi dal rispondere ad una nota del genere, peraltro inviata ai giornali e firmata dal presidente facente funzione dell’Ente Parco del Conero – apre -. Come detto, ricordo che quell’Istituzione è presente ai tavoli di concertazione e non si è affatto opposta all’intervento". Anche l’assessore condivide che sia auspicabile un tavolo di confronto per riprendere in mano il percorso di quel Piano originario del 2011 per arretrare le strutture: "Non dimentichiamo, però, che non ebbe un seguito perché non fu concluso dalla prima giunta Mancinelli, come ricordato anche da Picciafuoco stesso. Perché, allora, parlare in quei termini del ripascimento?", si domanda Tombolini. "A metà luglio, quando sono stati licenziati gli interventi urgenti erano d’accordo. A mio avviso questo è un clamoroso autogol, se ci si esprime parlando di soldi buttati o di eccessivo impatto ambientale. Il dirigente Panariello, gli uffici e gli operai hanno lavorato giorno e notte per effettuare lavori necessari ad una spiaggia che rischiava di scomparire in agosto e i materiali utilizzati hanno ricevuto tutte le certificazioni dell’Arpa Marche. Esprimersi in quei termini, quando si ha un ruolo pro tempore, rischia di innescare una serie di ragionamenti nei cittadini che, lecitamente, stanno chiamando di continuo per chiedere le tipologie di materiali usati, se sono certificati, come si è intervenuto e in alcuni casi mettendo in dubbio tutto questo. Ecco perché credo che Picciafuoco debba delle scuse a tutti". La palla torna all’Ente Parco, adesso. Ma gli equilibri tra Picciafuoco e Comune, "ripristinati" non più di un mese fa dal già presidente e oggi sindaco di Ancona Daniele Silvetti, ora appaiono ancora più in bilico.