
Si chiamano leoni da tastiera, termine dispregiativo riferito agli utenti che utilizzano la rete per esprimere pensieri in modo aggressivo,...
Si chiamano leoni da tastiera, termine dispregiativo riferito agli utenti che utilizzano la rete per esprimere pensieri in modo aggressivo, insultando, offendendo, screditando: chi invece del computer usa lo spray potrebbe di diritto rientrare nella schiera, anonima e latrettanto agguerrita dei ‘leoni della bomboletta’. Gli stessi (sempre che il movimento non abbia generato nuovi proseliti) che a Jesi continuano ad accanirsi contro il murales di Roberto Mancini in Via del Prato, a due passi, dalla casa natia dell’ex c.t. della nazionale nonché dal campo di calcio di San Sebastiano dove il nostro ha mosso i primissimi passi da calciatore.
Realizzato all’indomani della vittoria agli europei 2021 (un po di fortuna, vabbè, mica una colpa) da due jesini dell’azienda Technicalz, Federico Zenobi e Nicola Canarecci, il murale è stato da subito fatto oggetto delle attenzioni dei soliti ignoti, scritte offensive, simboli osceni, una micidiale previsione purtroppo puntualmente avverata ‘non vinci neanche con Macedonia’ ecc ecc. Solidarietà e sdegno da parte della cittadinanza - chi ha detto che nessuno è profeta in patria - una bella ripulita e via. Almeno per un po’ di tempo.
Nelle ultime ore è arrivata la notizia del nuovo raid della banda della bomboletta: Federico e Nicola non si sono fatti pregare, qualche ora di certosino lavoro per restituire il sorriso al concittadino più famoso d’Italia e riportare il murale agli antichi splendori. In attesa del prossimo (speriamo di no) raid.
Gianni Angelucci