REDAZIONE ANCONA

"Risultato scontato, nessuno vince da solo"

Il leader delle Civiche, Dino Latini: "Il mio più grande errore è aver creduto che Pirani fosse cambiato, dovevamo candidare uno di noi"

Il leader delle Civiche, Dino Latini: "Il mio più grande errore è aver creduto che Pirani fosse cambiato, dovevamo candidare uno di noi"

Il leader delle Civiche, Dino Latini: "Il mio più grande errore è aver creduto che Pirani fosse cambiato, dovevamo candidare uno di noi"

E’ il presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche, ma anche, e soprattutto, il leader delle liste civiche storiche osimane. Quei civici finiti nell’occhio del ciclone negli ultimi mesi perchè accusati di essere stati i responsabili delle dimissioni del sindaco Francesco Pirani che, a giugno dello scorso anno, aveva vinto le elezioni anche grazie all’appoggio proprio delle civiche latiniane. Poi in questa tornata elettorale appena conclusa la decisione di Latini & C. di restare alla finestra.

Presidente Latini, dicono che è soddisfatto del risultato.

"Affatto. Sono amareggiatissimo. E’ stata buttata via la seconda occasione che avevamo. Uniti si poteva ancora vincere, nonostante la vergogna delle dimissioni. Ma erano invasati da una furia distruttrice incontenibile che non mi pare sia ancora sazia".

Perché è mancata l’unità?

"Non ci hanno voluto, per punirci, il loro programma manifesto è stato attaccarci a testa bassa, dimentichi che nel 2024 li abbiamo fatti vincere. Così si finisce per essere perdenti e sconfitti".

Si dice che i vostri voti siano passati alla Glorio.

"Favole. Il nostro elettorato che è trasversale si è diviso come normale che avvenisse fra chi è stato a casa, chi ha votato Glorio e chi gli altri due candidati".

Lei ha votato?

"Certo, alle 8 di mattina di domenica scorsa".

Se la sente di dire per chi?

"Il voto è segreto, ma le posso dire che sicuramente non sono andato fuori dagli schemi...".

Si aspettava la vittoria di Glorio al primo turno?

"Sì, ho sempre detto che avrebbe vinto 60-40. Da una parte c’era una che sapeva di poter vincere ma chiedeva aiuto a tutti, dall’altra parte chi si sentiva il Marchese del Grillo".

Quindi senza le liste civiche di Latini non si vince?

"Non si vince quando si esclude e ci si sente autosufficienti. Siamo passati da 150 voti di vantaggio a 2500 di svantaggio, che mi pare una distanza incolmabile per molti anni".

Sente di aver fatto qualche errore?

"Aver creduto che Pirani fosse cambiato come aveva sostenuto un anno fa al momento della candidatura. Sarebbe stato meglio presentare un interno".

Perché non vi siete presentati in questa tornata?

"Per evitare altre divisioni nella stessa area e permettere a chi si era candidato di essere il più competitivo possibile. Se non hanno preso voti per andare al ballottaggio neppure in questo modo, non possiamo farci nulla. Hanno perso in un solo anno metà dell’elettorato, che faticosamente noi avevamo costruito nel corso degli anni".

Pirani l’accusa che lo ricattava e per questo si è dimesso?

"Fandonie. Semmai è stato l’opposto. Noi abbiamo chiesto che fosse stato rispettato il programma che avevamo sottoscritto con gli osimani, che per altri era diventato subito inutile. Poi quali sarebbero questi ricatti? Non aumentare la Tari? La tariffa dell’acqua? Non fare gli impianti di biometano? Aiutare le società sportive? Le ‘poltrone’? Non le abbiamo volute rifiutando quelle proposte da Pirani".

Ma davvero Pirani non poteva governare?

"Se ha fatto tante cose in soli 5 mesi come ha detto, è evidente che poteva. Ma la sua contraddizione è un classico: prima decanta la filiera istituzionale dei partiti e poi urla di voler essere libero da tutti".

Dicono che Lei pensava solo al suo tornaconto personale e alle regionali, sacrificando i problemi della città?

"Se fosse stato così avrei dovuto stare buono buono per non inimicarmi nessuno fino alle regionali. Ricordo poi che da sempre vivo del mio lavoro professionale, non della politica".

Senta Latini, ma lei è fermamente saldo nell’alveo del centrodestra anche per le prossime regionali?

"Certo. Siamo nella coalizione e ci restiamo, sempre che qualcuno non voglia".

Con il governatore Acquaroli ci sono stati problemi alla luce del voto a Osimo?

"No, assolutamente. E vero che in politica tutto può accadera, ma non ci sono problemi".

E’ adesso?

"Adesso tutto è alle spalle, spero. Abbiamo anni per riflettere. Traiamo lezione dalla esperienza degli ultimi tre anni. Ciascuno può portare avanti i suoi obbiettivi per la città nelle modalità che vuole. La sindaca e la sua maggioranza sono impegnati a servire la città, chi ha un progetto alternativo ha molto tempo per proporlo e spiegarlo".

Lei sa che molti l’aspettano alle regionali per regolare i conti per sempre.

"Me lo ricordano ogni giorno pubblicamente i sostenitori dei due candidati sconfitti. E’ il loro obbiettivo da anni, ma la politica è un’altra cosa che si può fare, come ho fatto per tanti anni, anche senza incarichi che ho sempre e solo assunto quando sono stato eletto".

A proposito delle regionali, un suo consuntivo?

"Sono state approvate in Regione molte proposte di legge da me proposte (anche insieme a altri), in Osimo sono arrivati circa 20 milioni di euro per investimenti. L’ospedale avrà un suo futuro anche dopo l’apertura del nuovo. Ci sono due grandi progetti che seguo per il rilancio di Osimo. Tutto grazie a Acquaroli".

Alfredo Quarta