Ancona, riti satanici e bivacchi all’ex caserma Stamura

Entrare è facile: dentro è il disfacimento. Turisti a bocca aperta

Le scritte nella ex caserma Stamura (foto Antic)

Le scritte nella ex caserma Stamura (foto Antic)

Ancona, 22 ottobre 2018 - Ormai è abbandonata da anni e versa in condizioni sempre più drastiche l’ex caserma Stamura, finita spesso alle cronache a causa dei ‘pro’ e dei ‘contro’ per la costruzione di un albergo al suo posto. L’edificio, o meglio il ‘rudere’, sembra essere ogni giorno che passa sempre più in disfacimento. A notarlo non sono solo gli anconetani che, ai piedi del faro, si trovano spesso a passeggiare per osservare la città dall’alto. Ciò avviene anche agli occhi dei turisti che, in mezzo a questo polmone verde cittadino, rimangono a bocca aperta non tanto per le sue meraviglie quanto per le varie rovine.

Luogo di bivacco, nonostante le continue recinzioni messe, poi spaccate e divelte e quindi installate nuovamente, entrare nell’ex caserma è facile poiché basta passare per una catena ‘assicurata’ da un lucchetto, che chiunque potrebbe scavalcare. Una volta entrati nell’area, orientarsi è facile poiché basta seguire il sentiero già battuto da altri. Dopo pochi metri, ecco che si incontrano le prime finestre murate con i mattoni, e spaccate. All’interno è un disfacimento completo tra soffitti crollati e oggetti portati chissà come. A testimonianza di ciò, è un vecchio furgoncino ribaltato su un lato e cannibalizzato in gran parte. Ma qui, si trovano anche vecchie stufe e cucine, probabilmente facenti parte dell’arredo in uso ai militari di quando vi era la caserma.

Che vi sia ‘vita’ all’interno, oltre alla via battuta, sono anche i vestiti che di volta in volta continuano ad aumentare. Nuove scarpe, nuove mutande a stendere, nuove coperte e nuovi zaini o borse, utilizzate per il trasporto degli effetti personali. Le stanze più lontane vengono anche utilizzate come ‘camere’ dove dar luogo ad un giaciglio al coperto. Spesso allestito all’interno di piccole stanze, la cosa è voluta poiché la porta viene poi chiusa in parte con delle assi che, appoggiate orizzontalmente, evitano l’ingresso dei ratti. Sui muri poi non appaiono semplici disegni fatti con lo spray, ma anche loghi satanici o scritte riferite all’inferno.

Una sorta di luogo che, diventato oggi quasi macabro, non può che essere associato a simili simboli. L’ex caserma è grandissima e si estende per un’area di 5.246 metri quadrati per un valore attribuitogli dallo Stato, pari a 5,7 milioni di euro. Gli ambienti sono quasi tutti raggiungibili con estrema facilità eppure, nonostante i tantissimi anni passati, versa sempre in condizioni peggiori in uno dei luoghi più belli della città. Cercare di valorizzarlo sarebbe ora più utile che mai per evitarne il completo crollo e trovarci costretti, in futuro, ad avere altrettanti anni di macerie accatastate.