Ritorna il medico dell’acqua al posto dei vaccini

Sergio Costantini è sotto inchiesta per aver somministrato soluzione fisiologica ai suoi pazienti. Terminato il periodo di sospensione

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di Marina Verdenelli

Manca solo un giorno e poi Sergio Costantini potrà tornare a lavorare. Il medico di base, con studio a Falconara, era stato sospeso per sei mesi dal suo ordine professionale, dopo l’inchiesta dei vaccini a base di sola acqua somministrati ai suoi pazienti e fatti passare per vaccini anti Covid-19.

Una sospensione partita il 20 luglio dello scorso anno e che finirà il 20 gennaio, vale a dire domani. Altre proroghe, dall’ordine dei Medici, non sono arrivate. "Abbiamo dato la sospensione massima – spiega Fulvio Borromei, presidente dell’ordine dei Medici della provincia di Ancona – e salvo ulteriori risvolti giudiziari futuri il nostro intervento è finito". Tradotto Sergio Costantini può tornare ad esercitare la sua professione. Se venerdì si ripresenterà nello studio di via Marconi, dove seguiva più di mille mutuati, è da vedere. Molti pazienti hanno dovuto cambiare medico nel frattempo. Ieri il suo cellulare squillava a vuoto e dopo si attivava la segreteria. Nel merito della ripresa lavorativa il suo avvocato, Antonella Palmieri, non ha voluto dire nulla. Costantini però, intervistato due mesi fa dal Carlino, aveva detto di essere pronto a tornare al lavoro non appena il periodo della sospensione si sarebbe concluso. "Il 21 gennaio tornerò in ambulatorio – aveva dichiarato il medico – mi rimetto a fare il medico, i miei pazienti mi vogliono bene, mi sostengono. Lo so, c’è stata una brutta pagina giudiziaria, ma nessuno dei miei mutuati è stato male o ha avuto problemi. Piuttosto sono stato io a non stare bene". La vicenda mediatica che ha fatto finire il suo nome in tutti i notiziari, anche fuori dalle Marche, lo ha segnato duramente e Costantini, sempre nell’intervista al Carlino, aveva rivelato di aver passato un brutto periodo, una brutta pagina, soprattutto dal punto di vista psicologico, della sua vita. Aveva confessato di essere "caduto in depressione" perché il suo nome era "circolato dappertutto, come il peggiore dei criminali". C’erano stati però anche diversi pazienti che avevano manifestato vicinanza e affetto al dottore, anche dopo aver saputo che non aveva inoculato loro il vaccino. Dal punto di vista giudiziario il medico è ad un passo dal processo. La Procura, prima di Natale, ha chiuso le indagini contestandogli due nuovi reati: quello di peculato, per aver indirizzato almeno una fialetta Pfizer a persone che non ne avevano diritto, e l’interruzione di pubblico servizio in relazione al fatto di aver turbato l’andamento della campagna vaccinale in piena emergenza sanitaria. Nell’accusa è rimasto il falso ideologico, per il rilascio di quattro certificazioni di vaccino inoculato ad altrettanti pazienti a cui avrebbe somministrato invece solo una fisiologica, ma non c’è più l’accusa di lesioni inizialmente ipotizzata. Era stata la squadra mobile diretta da Carlo Pinto a far venire a galla la vicenda, il 22 aprile scorso, dopo una perquisizione nel suo studio.