"Roma70": tredici opere grafiche da ammirare

Esposizione alla Galleria d’Arte Puccini, una collettiva ideata dal direttore Paolo Benvenuti. Taglio del nastro in programma sabato .

"Roma70": tredici opere grafiche da ammirare

"Roma70": tredici opere grafiche da ammirare

di Raimondo Montesi

E’ una mostra di grande interesse culturale quella che verrà inaugurata sabato (ore 17.30) alla Galleria d’Arte Puccini di Ancona, in via Matteotti.

"Roma70", questo il titolo, è una collettiva ideata dal direttore Paolo Benvenuti, che si pone in ideale continuità con le diverse esposizioni che hanno celebrato e ricostruito il clima, gli aneliti e gli aspetti peculiari di un decennio storico-artistico di straordinaria portata.

La mostra, realizzata grazie alla collaborazione dell’associazione culturale Marcantoni di Pedaso, permetterà di ammirare tredici opere grafiche che offrono una significativa panoramica degli artisti italiani e non che gravitano freneticamente intorno al polo culturale dell’Urbe.

Una situazione, quella delle gallerie d’arte romane di quegli anni, che restituisce tutta la complessità, il coraggio espositivo e l’apertura del momento storico alle istanze artistiche americane, francesi, italiane e si fa accogliente bacino di ricerche svincolate e diversificate e talvolta di opere impermanenti, che forse per la prima volta scendono dalla parete e accadono.

A fianco dalla nuova vicenda performativa tuttavia gli anni ’70 non temono i ritorni alla pittura e all’incisione, pratiche che conferiscono profonda identità alla figura dell’artista.

Ed ecco che anche oggi la ‘Puccini’ e la ‘Marcantoni’ si fanno testimoni della voce di alcuni artisti che hanno alloggiato nei monumentali spazi di Sargentini, di De Martiis, di Liverani e che albergano ora ad Ancona con opere che si presentano al pubblico nella loro eterogeneità.

Accolgono il visitatore il lirismo acre e venato di pietà proprio di Renzo Vespignani; il richiamo ricercato al gruppo Forma1 nella composizione in bianco e nero di Piero D’Orazio, che catalizza ancor più lo sguardo sullo studio della superficie spaziale nel segnare la cifra del grande sperimentatore del linguaggio aniconico; il racconto segnico di Guido Strazza; la nuova forma di comunicazione repellente e aggrovigliata di Cy Twombly; le sperimentazioni grafiche del grande ‘greco dell’Arte povera’ Jannis Kounnellis; le geometrie del Perilli; un’opera dell’impegnato pittore incisore Giuseppe Guerreschi; e poi Vettor Pisani, Giosetta Fioroni e le sue narrazioni emozionali; la semplice ed evocativa complessità del civitanovese Arnoldo Ciarrocchi; le evoluzioni grafiche di Emilio Greco e di Pericle Fazzini; e infine un tassello delle sperimentazioni di Giulio Turcato, che fa delle linee le energiche direttrici di un informale linguaggio.