Romano Prodi si racconta alla Mole nell’autobiografia scritta con Ascione

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"Strana vita, la mia". Il copyright è di Romano Prodi e qualcuno si potrebbe stupire. Strana perché? La risposta si può trovare leggendo l’omonima autobiografia scritta dal professore con Marco Ascione.

Il ritratto che il giornalista del Corriere della Sera tratteggia del ‘professore’ giustifica quell’aggettivo, che tornerà nell’incontro fra i due al ‘Festival della Storia’ di Ancona, giovedì (ore 18) alla Mole Vanvitelliana: ‘Una vita ‘strana’ e fortunata (e quante battaglie)’.

Gli argomenti su cui dibattere non mancheranno, passati e presenti.

Ascione, in che senso la vita di Prodi è stata ‘strana’?

"È un’espressione che lui utilizza spesso. ‘Strana’ nel senso di insolita, non comune. Partendo da una famiglia con pochi mezzi, e molti figli, Prodi è arrivato a vivere esperienze eccezionali: docente universitario, ministro, presidente dell’Iri, del Consiglio, della Commissione europea...".

L’idea del libro è sua?

"È stata della casa editrice Solferino. Io ho intervistato più volte Prodi e mi hanno chiesto di tastargli il polso. Alla fine ha detto sì, ma una condizione. Ossia che fosse frutto di un ‘colloquio’ con me. Il che ha consentito anche di mettere in luce non solo ciò che gli è riuscito ma anche le sconfitte che ogni tanto ha dovuto incassare. E non manca qualche autocritica. Il libro si chiude con un piccolo saggio dello stesso Prodi sulla crisi della democrazia. Parla anche dell’Ungheria, argomento quanto mai attuale. Secondo lui, comunque, non è stato un errore allargare l’Europa ad Est".

Fin dove arriva il racconto?

"Alla vigilia delle ultime elezioni del presidente della Repubblica".

Ci puntava?

"Non questa volta. Nel 2013 glielo chiese Bersani. Poi sappiamo come è andata con i 101".

Ovviamente nell’incontro parlerete anche delle prossime elezioni.

"La posizione di Prodi è nota: secondo lui se vince il centrodestra rischiamo di avere uno stato meno liberale".

È vero che non bisogna farsi ingannare dalla sua apparente paciosità?

"Edmondo Berselli scrisse che ‘gronda bonomia da tutti gli artigli’. Sui principi non lo smuovi".

Con la politica ha chiuso?

"Ha 83 anni. Per il centrosinistra è un grande saggio. Non a caso Letta lo interpella, spesso, per avere consigli".

Con l’Ulivo Prodi ha vinto. Il ‘campo largo’ di Letta non è mai decollato.

"Sono due fasi storiche totalmente diverse. La legge elettorale obbligava Letta a costruire una coalizione ampia. Ma è andata come sappiamo".

Raimondo Montesi