Roulotte, casolare e campi illuminati a giorno I droni scandagliano anche i corsi d’acqua

Si cercano tracce, ma soprattutto si cerca il corpo della ragazza. Il Luminol passato a fondo anche nelle due auto sotto sequestro

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di Andrea Massaro

Il paesaggio è bucolico, ispira serenità. I campi sono di un verde intenso. L’aria tra le colline simbolo dell’entrotrerra marchigiano, è frizzantina, nonostante siamo quasi arrivati a maggio. Non pare, ma da quando Andreea è stata vista l’ultima volta, era la mattina del 12 marzo, sono passati 36 giorni. Un’eternità. Specie se si considera che in tutto questo tempo, la 27enne dai capelli blu, il piercing e i tatuaggi grandi, non si è fatta mai sentire. Zero messaggi. Di telefonate neanche a parlarne. Ogni prossibile clic su Youtube non ha trovato il minimo riscontro. Strano davvero.

Che una ragazza solita ad allontanarsi anche per lunghi periodi, non si sia mai mostrata anche solamente con un selfie sui social o un messaggio: strano. D’accordo, non ha il suo telefonino che, chissà perchè è rimasto nelle mani di Simone, l’ultimo fidanzato, l’ultimo ad averla vista quella mattina presto del 12 marzo quando si sarebbe allontanata di fretta, a suo dire, con uno zainetto in spalla e dentro il portafogli e i documenti.

Tutto tranne il telefono: perchè? Era arrabbiata, Andreea. Ce l’aveva con Simone? Non lo sopportava per motivi di gelosia? Litigavano, questo è certo. Lo ha detto agli inquirenti Simone e lo ha ribadito anche Francesco, il ragazzo del casolare. Proprio da qui, in questa vecchia casa di campagna inagibile nel cuore della Vallesina, si snoda uno dei più grandi misteri degli ultimi anni. Ed è qui che si stanno concentrando le attenzioni dei Ris di Parma, della Sezione investigativa scientifica di Ancona che ha condotto l’altro ieri i cani molecolari a tentare di fiutare qualcosa. Gli investigatori torneranno su domattina, il giorno di Pasquetta. Non ci si ferma mai, adesso.

Dopo giorni di silenzi e di ricerche a basso impatto, ora la caccia ad Andreea è forte, grossa. C’è il serio rischio di poterla ritrovare morta, seppellita da qualche parte vicino alla roulotte. Venerdì notte la Servizi investigativi per cui opera Andrea Ariola, il consulente della difesa di Simone, ha scandagliato da mezzanotte alle quattro del mattino circa l’area prospicente la roulotte. Sono stati utilizzati dei droni per illuminare a giorno il terreno e i campi: gli investigatori, armati di torce elettriche, hanno illuminato anche piccoli corsi d’acqua, spingendosi fino alla pista ciclabile a valle, la via dei Tesori che si inforca dalla rotatoria di Castelbellino stazione. I consulenti investigativi si sono spinti fin nei piccoli locali a ridosso della zona oggetto d’indagine. Qui molti ragazzi conoscono sia Andreea che Simone. Lei viene descritta come una ragazza a posto, magari un po’ estroversa, ma mai veramente sopra le righe. E lui?

Simone voleva bene ad Andreea, perchè avrebbe dovuto farle del male, pensa chi lo conosce bene.

Eppure è proprio lui, al momento, l’unico indagato in questa vicenda apparentemente torbida. E più trascorrono le ore, più cresce il sospetto, terribile, che Andreea non sia viva. Ma il corpo non si trova. Adesso si farà lo sforzo massimo. Il luminol all’interno della roulotte trovata in completo disordine, con i piatti e le pentole ancora sporche dall’ultima sera, non avrebbe rilevato tracce importanti. Stesso discorso per le due auto poste sotto sequestro dalla Procura di Ancona. Si cercano tracce di sangue, peli, capelli, liquidi organici. Dall’analisi di questi elementi, incrociando l’esito degli accertamenti tecnici, si arriverà ad un risultato. In un verso o nell’altro.