Saltare la cena per poter pagare. Dalla signora che aveva perso il figlio a quella che incassava dodici affitti

Storie allo specchio, un addetto allo sportello: "Era indigente, le abbiamo fatto rate da dieci euro"

Saltare la cena per poter pagare. Dalla signora che aveva perso il figlio a quella che incassava dodici affitti
Saltare la cena per poter pagare. Dalla signora che aveva perso il figlio a quella che incassava dodici affitti

Saltare la cena per pagare tasse e bollette: quando la disperazione di una vita difficile rende drammatica la quotidianità. Umanizzare un settore freddo e punitivo come il rispetto del pagamento dei tributi rappresenta una svolta nei rapporti umani tra chi va a caccia dei morosi e chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena. In un periodo molto difficile per l’economia del paese, con un’inflazione galoppante, i nuovi poveri sono in costante aumento. Storie difficili da raccontare a cui si aggiungono le vicende dei classici ‘furbetti’.

In buona sostanza chi avrebbe tranquillamente la possibilità di pagare e non lo fa cercando in ogni modo di eludere le riscossioni, socialmente giuste, e necessarie in un Paese civile. Storie da mettere allo specchio, partendo dai drammi umani: "Stando al pubblico e ricevendo così tanta gente, spesso ci imbattiamo in situazioni molto difficili _ racconta un operatore di Ancona Entrate _. Sta a noi capire quanto di vero ci sia dietro ogni posizione e noi riusciamo nell’intento andando a controllarle singolarmente.

Di storie drammatiche ne abbiamo viste tantissime nel corso degli anni, gliene potrei raccontare a decine. Una però mi è rimasta particolarmente impressa anche perché recente. Si tratta di una donna che ha avito una serie di lutti in famiglia compreso quello terribile di un figlio. Un giorno è venuta da noi dopo che l’avevamo convocata per capire come mai non avesse pagato il debito che aveva contratto con la pubblica amministrazione. Si trattava di un debito davvero piccolo, circa 300 euro, residui di Imu e Tari se non ricordo male. La tragedia fresca della perdita del figlio l’aveva resa molto vulnerabile e non era riuscita a pagare i tributi. Non avendo entrate si è ritrovata in poco tempo nella piena indigenza. Quando ci abbiamo parlato ha detto che in quel momento non poteva permettersi di coprire quel debito e neppure affidarsi a un piano rateale superiore a 10 euro. Alla fine le rate le abbiamo fatte proprio da 10 euro e dopo un anno e mezzo il debito era estinto.

Dopo aver trovato l’accordo sulle rate quella mattina la signora è tornata per dirci che finalmente avrebbe potuto provare a dormire quella sera".

Ci sono situazioni opposte che, al contrario, suscitano rabbia. Come quella di un’altra cittadina anconetana che chiedeva con insistenza al personale di Ancona Entrate di approvare un piano tariffario e rateale agevolato: "Quando abbiamo controllato la situazione patrimoniale del soggetto, ci siamo accorti che la stessa persona che piangeva miseria in realtà riscuoteva ogni mese una dozzina di affitti da altrettanti immobili di proprietà.

Siamo rimasti di stucco _ aggiunge il funzionario della società pubblica di riscossione dei tributi per conto del capoluogo _. Sempre se non ricordo male la signora aveva chiesto un piano di rientro con tantissime rate, sebbene potesse permettersi di coprire quel debito anche sull’unghia. Più o meno alla fine è andata così in effetti".

Pierfrancesco Curzi