
di Marina Verdenelli
Due panchine, piante aromatiche, qualche alberello e pannelli che raccontano la storia del rione del porto. C’è un progetto, già ben delineato ma che giace da anni nei cassetti, per recuperare uno spazio verde che si trova sul lungomare Vanvitelli, tra due palazzine, poco prima dei sito archeologico del porto traianeo. Nel giardinetto in questione ci sono i resti, alcune parti originali un tempo erano ben visibili ma ora sono sepolte dalle erbacce, della chiesa Stella Maris, già Santa Anastasia, di origini medioevali. Un giardinetto incolto che tre commercianti e una residente vogliono salvare dal degrado. "E’ dal 2015 che abbiamo presentato il progetto – spiega Anna Marinari, residente in via Giovanni XXIII – per recuperare questo spazio che nessuno cura. Ancora aspettiamo". L’area è di proprietà della Curia che, già interpellata dalle promotrici. Non avrebbe avuto nulla in contrario a far risorgere il luogo, migliorandolo e rendendolo anche fruibili ai passanti. "Da qui partivano le crociate – spiega Sabrina Esposto, del negozio Ballando Ballando Factory – è una strada storica, collega ai resti delle botteghe e dei magazzini del vecchio porto, bisogna averne cura". Dalle carte ancora in possesso dalle promotrici, tutte donne, c’era il nullaosta della Sovrintendenza Archeologica delle Marche e una relazione tecnica. "Avevamo coinvolto anche l’istituto d’arte – aggiunge Marinari – con gli studenti che avrebbero pensato ai pannelli esplicativi e avevamo fatto fare un progetto". Tutto a costo zero per il Comune e la curia perché si trattava di tagliare l’erba in eccesso, piantare qualche albero che non facesse radici profonde rischiose per le fondamenta delle abitazioni vicine e qualche cespuglio di piante aromatiche per rendere piacevole la permanenza sulle panchine, leggendo un libro. Il progetto sarebbe stato eseguito dal Comune che doveva pensare ad una nuova illuminazione per valorizzare i resti della chiesa (un pezzo di altare è ancora tra le erbacce) e disporre meglio i cassonetti dell’immondizia che ora sono proprio davanti al giardinetto incolto. Sono passati otto anni e nulla è stato fatto.