di Nicolò Moricci
Ancona si prepara all’ennesimo sbarco dei migranti, ma il sindaco rassicura: "Nessuno resterà in città". L’informativa della prefettura, al primo cittadino, Daniele Silvetti, è arrivata nella mattinata di ieri, negli stessi minuti in cui l’organizzazione non governativa Sos Mediterranee faceva sapere, tramite Twitter, che "alla Ocean Viking è stato assegnato il porto di Ancona per sbarcare i 68 naufraghi".
La Ong puntava il dito contro la decisione del governo, evidenziando come il porto dorico disti oltre 1500 chilometri dal punto in cui si trova la nave. Per la precisione, "1560 chilometri, 4 giorni di navigazione, mentre c’è un bisogno vitale di mezzi Sar nel Mediterraneo centrale, dato che le partenze sono molte e il rischio di perdere vite è elevato", si legge nel tweet dell’Ong. Silvetti, però, chiarisce: "Per adesso, la decisione di assegnare il porto di Ancona è solo un’ipotesi. L’ufficialità arriverà tra oggi e domani". Il sindaco, ieri mattina, ha avuto un colloquio telefonico con il ministro degli esteri, Antonio Tajani: "Mi è stato confermato che nessuno dei 68 migranti resterà ad Ancona. Insomma, nessuna incombenza, se non quella di predisporre lo sbarco. Un’organizzazione che interesserà dalla prefettura in giù e che coinvolgerà anche la protezione civile e le strutture sanitarie, ma non avremo l’incombenza – precisa ancora il sindaco – di doverli allocare e ospitare presso le nostre strutture". Dall’inizio dell’anno, si tratta del settimo sbarco per Ancona, il terzo da quando sullo scranno più alto di palazzo del Popolo si trova il sindaco di centrodestra, Daniele Silvetti. Che tempo fa, in occasione dell’ultimo sbarco di Ferragosto, aveva dichiarato: "Sotto il profilo dell’accoglienza, il Comune di Ancona è saturo. Ho parlato con il sottosegretario al ministero dell’interno, Emanuele Prisco, e gli ho spiegato – aveva detto – che la terza nave in due mesi sta mettendo in difficoltà la città. Gli ho manifestato il nostro disagio non nell’accoglienza, ma nella gestione di questi flussi di persone". Nulla si sa ancora sulle condizioni di salute di quei circa 70 naufraghi che ora stanno solcando le onde dello specchio acqueo di fronte alla Libia. Su come vengano assegnati i porti, Silvetti fa notare che si tratta di un fattore legato alla "periodicità, più o meno è distribuita su tutto il territorio costiero. Credo che sia una questione logistica, per via del nostro porto di grandi dimensioni, suppongo. Domani parlerò con il ministro dell’interno Piantedosi per capire di più e meglio". L’ultimo sbarco risale a neanche un mese fa: era infatti il 16 agosto quando la nave Humanity 1 attraccò alla banchina 19 del porto portando 106 migranti. "Ancona sta dando il massimo contributo possibile sull’accoglienza, ma non vorrei che fosse considerata come un’accoglienza all’infinito – aveva precisato il 16 agosto Silvetti – Per ora siamo in grado di reggere l’emergenza sociale, ma non sarà così per molto. Siamo sotto una pressione eccessiva e senza precedenti. In due mesi sono arrivate tre navi al porto di Ancona con a bordo complessivamente 400 migranti. Ripeto, Ancona è satura. Non è nostra intenzione sottrarsi dal dovere e venir meno ai valori dell’accoglienza, ma i numeri sono oggettivamente superiori alle nostre possibilità e le strutture si trovano in fortissima sofferenza".