"Schiacciato da una lastra, vivo grazie allo sport"

Francesco Concettoni era finito sotto a tre tonnellate alla Fincantieri: "Sono allenato e questo è stato fondamentale. Voglio tornare a correre"

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di Marina Verdenelli

Una lastra del peso di tre tonnellate e mezzo gli era caduta addosso, schiacciandolo, all’interno del cantiere navale della Fincantieri, al porto dorico. Era il 14 settembre scorso quando Francesco Concettoni, 51 anni, di Polverigi, operatore navale specializzato in saldatura e carpenteria, ha visto la vita passargli davanti in un soffio. Quella lastra gli aveva lasciato fuori solo i piedi e la testa. In gravissime condizioni era stato portato in ospedale con poche speranze di sopravvivere. Venerdì della scorsa settimana ha lasciato la Rianimazione di Torrette ed ora è ricoverato nel reparto di Ortopedia ed è ufficialmente fuori pericolo. Concettoni fa parte della Atletica Stamura e il suo desiderio ora è tornare a fare lo sport che più ama al mondo: correre.

Concettoni come sta?

"Meglio, respiro senza provare dolore, l’incidente mi aveva bucato due polmoni, e inizierò a fare delle fisioterapie per mettermi seduto. Tutta la mia parte sopra era compromessa, bacino compreso ma la frattura si è rimarginata. I medici vogliono mettermi anche in piedi. Ieri (giovedì, ndr) ho fatto l’ultimo intervento, ad un braccio".

Lei è salvo, sembrerebbe un miracolo...

"Il primario del reparto, quando mi sono risvegliato mi ha detto ‘una manina Cristo ce l’ha messa’ e se lo ho detto lui ci credo. Poi mi ha spiegato che anche il mio fisico atletico mi ha aiutato molto nella ripresa, una persona non allenata non avrebbe avuto le mie stesse possibilità". E’ salvo grazie allo sport?

"Sì, anche. Lo sport, la corsa che faccio costantemente mi ha permesso di avere un fisico robusto, io faccio maratone, ho un buon fiato e anche questo mi ha fatto recuperare meglio, un altro al posto mio, con un fisico più gracile, non si salvava. Poi devo dire che è stato molto importante l’intervento dei miei colleghi al cantiere, mi hanno detto che in 15 hanno subito sollevato quella lastra che avevo addosso quindi mi hanno liberato in fretta dal peso. Non finirò mai di ringraziarli".

Ricorda qualcosa dell’incidente?

"No, ho il buio totale. Non so nemmeno dove mi sono fatto male. In Fincantieri ci lavoro da 27 anni. Quando ero in Rianimazione, sotto anestesia (un coma indotto dai farmaci, ndr), sognavo che mi stavano operando alle gambe e mi avevano messo un perno ma non è successo nulla di tutto questo. Quando mi sono risvegliato, era il 6 ottobre scorso, mia moglie piano piano mi ha raccontato tutto quello che mi era successo. Il ricordo più vivo che ho è quello che non riuscivo a respirare ma di come sono finito sotto quella lastra non ho ricordi".

Quando si è avvicinato alla corsa?

"Corro da 17 anni e ho iniziato quando avevo mia figlia piccola. Quel periodo facevo turni di lavoro di pomeriggio quindi la mattina, dopo aver accompagnato mia figlia all’asilo e poi a scuola, avevo molto tempo libero così ho iniziato a correre anche perché stavo ingrassando. Nel 2009 ho fatto la mia prima mezza maratona, a Padova, mentre la prima maratona l’ho fatta a Fano. Sono a quota 54 maratone e il mio desiderio ora è ritornare a correre".