Incidente in moto, muore a 26 anni. "Riccardo mio, alzati: non ci lasciare ti prego"

Castelfidardo, la disperazione del padre arrivato sul luogo dell’incidente. Un dosso avrebbe fatto da rampa per il volo contro una mietitrebbia

Castelfidardo, incidente tra trattore e mietitrebbia

Castelfidardo, incidente tra trattore e mietitrebbia

di Silvia Santini

"Riccardo mio, alzati, ti prego non ci lasciare!". Le sue urla si sentivano da lontano. E’ arrivato a piedi sul luogo dell’incidente papà Leonardo, il padre di Riccardo Menghini, 26 anni di Castelfidardo, che ieri ha perso la vita nel tragico schianto in moto contro una mietitrebbia in via XXV Aprile. Erano circa le 13. Con la moglie, mamma Paola Pierini, e il fratello del ragazzo, Davide, non si dava pace davanti al corpo del figlio, avvolto da un lenzuolo bianco. Gli amici più cari li sostenevano fisicamente, era troppo grande il loro dolore per affrontarlo da soli. Accanto al giovane, a terra, la sua Yamaha blu che tanto amava e che l’aveva "disarcionato". Era a due passi da casa il ragazzo, in sella alla sua moto stava per tornare da mamma e papà a pranzo. L’impatto, all’altezza di un attraversamento pedonale rialzato di fronte alla Rsa, è stato molto violento tanto che le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Dall’ospedale di Torrette si è alzata in volo l’eliambulanza. Il medico si è calato dal verricello ma per il ragazzo non c’era già più niente da fare. Vano anche l’intervento dei primi soccorritori, i sanitari del 118 con i militi della Croce Verde che hanno provato a rianimarlo.

In un attimo la notizia si è diffusa nel quartiere Fornaci e in tutta la città. La fidanzatina con diversi amici del ragazzo, tutti 20enni di Castelfidardo, sono accorsi sul posto, abbracciandosi tra le lacrime e gridando tutto il proprio dolore. I genitori, i parenti più prossimi e l’autista del mezzo agricolo non si davano pace. I loro ’perché?’ hanno squarciato il silenzio irreale che si è venuto a creare in zona, di solito molto trafficata e pullulante di vita.

Un ragazzo meraviglioso, dicono di Riccardo, che dopo il diploma all’istituto Corridoni Campana di Osimo era diventato consulente assicurativo. Sempre con il sorriso, tutti coloro che lo conoscevano lo dipingono come un ragazzo bravissimo, sempre gentile. Appassionato del Castelfidardo calcio, andava spesso allo stadio cittadino per tifare i colori della squadra della sua città con i suoi amici, gli stessi che ieri erano lì, gli occhi sbarrati.

Le cause dello schianto sono ancora al vaglio della Polizia locale intervenuta sul posto, che ha ascoltato l’uomo alla guida della mietitrebbia e anche una donna al volante che avrebbe assistito alla tragica scena. La signora era sotto choc. Pare che proprio quel dosso di fronte alla Rsa abbia fatto da rampa di lancio per il ragazzo che è finito frontalmente addosso alla mietitrebbia che procedeva nella corsia di marcia opposta alla sua. La donna in auto si trovava di fronte al centauro e avrebbe visto tutto dallo specchietto retrovisore. Il centauro era incolonnato nel traffico dietro di lei. L’avrebbe poi visto ripartire e finire addosso al mezzo pesante. E’ accaduto qualcosa affinché si verificasse l’impatto inevitabile, avvenuto in un batter d’occhio. Dall’altra parte, pare che la mietitrebbia fosse segnalata dall’auto con bandierina qualche metro più avanti. La strada è rimasta bloccata al traffico per due ore circa, regolata da una pattuglia dei carabinieri della stazione locale.

Considerata la morte del 26enne, si profila l’ipotesi di omicidio stradale per l’autista della mietitrebbia, il pm potrebbe aprire il fascicolo oggi. I funerali saranno fissati a ore e si dovrebbero tenere nella chiesa Collegiata. Prima potrà essere salutato nella sala del commiato Alba nova delle onoranze Virgini. La salma si trova all’obitorio dell’ospedale regionale a disposizione dell’autorità giudiziaria.