"Sciopero, strana coincidenza Ma non infangate gli onesti"

I sindacati difendono il personale. La Cgil: "Proprio ora con la vertenza in atto". La Uil: "Punizione esemplare per chi ha sbagliato". La Cisl sceglie il silenzio

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"Sulla vicenda dei biglietti indebitamente venduti la magistratura faccia il suo lavoro, ma non gettiamo discredito sul personale operativo alla Conerobus. Il fatto che la notizia dell’inchiesta sia uscita in questi giorni, una settimana prima dello sciopero proclamato dai sindacati, magari è soltanto una coincidenza". Predica cautela, chiede massimo rispetto per i lavoratori e nutre qualche dubbio sulla tempistica dell’inchiesta Valeria Talevi, segretario regionale della Filt-Cgil. Una notizia che arriva nel mezzo di una vertenza sindacale accesa: "Ripeto, non vorrei che l’inchiesta rappresentasse un diversivo rispetto al confronto che stiamo portando avanti con l’azienda – aggiunge la Talevi – Sull’inchiesta c’è poco da dire, è tutto ancora in una fase iniziale e gli addebiti vanno provati. Gli autisti e il resto del personale di Conerobus sono stati considerati degli eroi durante la pandemia ed è così, non dimentichiamocelo mai". L’idea è che tutti, più o meno, sapessero che qualcosa stava bollendo in pentola all’interno dell’azienda in merito a quanto poi emerso. La chiusura dell’inchiesta e l’anticipazione stampa del Carlino hanno di fatto innescato la seconda fase, ma è chiaro che nei sei mesi dell’indagine le voci abbiano iniziato a circolare, specie nelle scorse settimane. I vertici delle organizzazioni sindacali del trasporto prendono posizione, ma non tutti. Il delegato Conerobus della Fit-Cisl ad esempio, Augusto Serrani, contattato dal Carlino in merito all’inchiesta sulla truffa dei biglietti ha deciso di non rilasciare alcuna dichiarazione. Atteggiamento legittimo in questa fase.

Non ha mancato di commentare la vicenda invece Giorgio Andreani, storico leader del trasporti della Uil (nella foto): "Se i fatti fossero confermati la cosa mi lascia davvero sconcertato – attacca Andreani – Atteggiamenti davvero assurdi, specie in una fase delicata come questa, con più di due anni di pandemia alle spalle, le ristrettezze e le conseguenze economiche per tutti, a partire dall’azienda. Per colpa di pochi l’azienda è stata infangata e con essa tutti i lavoratori onesti che ci lavorano dentro. Ecco, il danno maggiore è proprio nei confronti della stragrande maggioranza, anzi la quasi totalità del personale che si comporta secondo le regole. Chi rispetta il posto di lavoro e le regole rischia di essere additato alla stregua dei presunti colpevoli e questo non va bene. Immagino il dispiacere per quelli che ogni giorno si beccano gli insulti e le aggressioni, gli stessi che durante la pandemia hanno fatto sacrifici". Secondo Andreani i dipendenti Conerobus coinvolti nell’inchiesta, al netto della presunzione di innocenza, dovrebbero essere puniti in maniera esemplare: "C’è un’inchiesta che farà luce su quanto accaduto, ma in caso di conferma delle accuse a risposta deve essere ferma ed esemplare. Detto questo – aggiunge Andreani – il clamore suscitato non deve inficiare le trattative che abbiamo in corso con i vertici aziendali. I rapporti con la dirigenza Conerobus non sono idilliaci, diciamo che c’è abbastanza tensione. A un tavolo delle trattative io voglio discutere di indennità, di lavoro, di diritti e non di altro".

p.cu.