"Sconcertata, massimo impegno per i giovani"

Il sindaco Daniela Ghergo dopo la rissa che ha coinvolto due ragazzine davanti alla scuola: "Una preoccupante perdita di valori"

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Rissa davanti alla scuola innescata da una rivale in amore, mentre la studentessa dell’istituto Morea si appresta a ritornare a scuola dopo la sospensione per svolgere lavori socialmente utili in segreteria, la comunità fabrianese esprime preoccupazione. Il video della rissa ha fatto il giro delle chat e sono in corso le indagini dei carabinieri sulle ragazze coinvolte, tra cui la ragazzina delle medie Marco Polo che si è picchiata con la rivale in amore del Morea.

"Sono rimasta sconcertata - spiega il sindaco Daniela Ghergo - dalla notizia che ragazzi minorenni si siano sfidati e picchiati davanti ai compagni (dopo l’appuntamento su Instagram, ndr) davanti all’istituto scolastico che frequentano, come una ‘sfida a duello’. Un episodio che denota una preoccupante perdita di valori, una pericolosa banalizzazione di atti e gesti e una dissacrazione dell’istituzione scolastica e della sua funzione. Sono fatti che, anche se isolati, non vanno sminuiti e che devono far riflettere su una manifestazione di disagio così eclatante di fronte alla quale l’impegno delle istituzioni deve essere sempre più incisivo. Ho incontrato alcune classi proprio del Morea sabato scorso con ragazzi attenti e partecipi, che hanno rafforzato la mia convinzione che tutto ruoti intorno alla capacità di ascolto dei minori da parte di noi adulti. Dai ragazzi arrivano segnali che dobbiamo essere capaci di interpretare per offrire ai ragazzi percorsi di aggregazione e socializzazione". Parla di "grido d’allarme verso le agenzie educative: famiglie e scuola" don Albo Buonaiuto, parroco della chiesa collegiata di San Nicolò.

"Le esplosioni di violenza giovanile – commenta - sono il drammatico indicatore di un’emergenza educativa che richiede un’adeguata risposta formativa degli adulti. Ogni episodio di risse tra minori contiene un grido d’allarme verso le agenzie educative. Ai giovani non servono tanto insegnamenti quanto testimonianze concrete da parte degli adulti: genitori, insegnanti, educatori devono tornare a essere modelli di comportamento. Dunque non punizioni o enunciazioni astratte ma l’esempio quotidiano degli adulti. Dagli oratori ai gruppi parrocchiali, la Chiesa svolge da sempre un ruolo fondamentale nella socializzazione e nella formazione delle nuove generazioni. Spesso nel deserto educativo della società odierna, la Chiesa accompagna e segue la crescita di ragazzi che altrimenti rischiano di cercare risposte nei mondi artificiali dei social o nei modelli negativi della violenza".

Sara Ferreri