"Screening per la Sma, le Marche ora aderiscano"

L’appello della dottoressa Marini, direttore della neuropsichiatria infantile al Salesi "Altre regioni si sono già mosse mentre noi rimaniamo a guardare, fate presto"

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"Le Marche aderiscano, come altre regioni hanno fatto, nel protocollo per lo screening della Sma. La prevenzione neonatale può essere fondamentale per evitare nuove diagnosi e disabilità". La dottoressa Carla Marini, direttore della neuropsichiatria infantile dell’ospedale Salesi di Ancona ha concluso così il suo intervento tecnico nella sessione specifica del convegno della Mole ‘Includendo360’: "Lazio, Toscana, Puglia e Liguria si sono mosse – ha aggiunto la Marini – Piemonte e Calabria si stanno attivando così come alcune città singole, mentre le Marche ancora sono al palo. Il rapporto parla di 1 potenziale caso a rischio disabilità su 1.500. Lo screening va assolutamente inserito anche da noi".

Una due giorni di lavoro e di conoscenza dedicata alla disabilità nelle sue varie forme e ieri con un focus particolare proprio sulla prevenzione infantile. Sono state proprio le ‘lezioni’ della dottoressa Marini e del professor Virgilio Carnielli, primario della neonatologia del pediatrico-infantile ad attirare il maggior interesse. A coordinare i lavori, il direttore generale di Ospedali Riuniti Ancona, Michele Caporossi, che il convegno lo ha voluto: "La sanità deve tornare a occuparsi degli aspetti clinici e non più soltanto finanziari. Termini come ‘tetto di spesa’, ‘profitto’ o ‘equilibrio economico’ che ci assillano – ha detto Caporossi avviando i lavori – oppure limitare l’azione a causa delle risorse. Dobbiamo tornare a valori che sembrano scomparsi in questo settore, raggiungere la maggior felicità possibile, valori umani e affettivi che vanno applicati alla disabilità. Nel frattempo la scienza fa passi da gigante, ci sono grandi speranze e terapie orali nuove per combattere una malattia neuromuscolare rara come la Sma (Atrofia muscolare spinale, ndr)".

La dottoressa Marini, nello specifico, ha trattato l’argomento della diagnosi neonatale in ambito neurodegenerativo: "Sono 600 le malattie collegate al tema che possono avere una natura genetica o acquisita. Lo screening preventivo va fatto prima che il neonato lasci l’ospedale, a 48-72 ore di vita. Si tratta di un modestissimo prelievo di sangue dal tallone". L’appello della Marini era diretto alla politica regionale, ieri rappresentata all’auditorium della Mole dalla consigliera Anna Menghi: "Essere disabile è una piaga totalizzante e io che ho questo problema lo posso affermare. Organizzare un convegno del genere fino a qualche anno fa sarebbe stato impossibile, l’iniziativa di Ospedali Riuniti è meritoria. L’ospedale di Torrette va ulteriormente potenziato".

A coordinare i lavori del convegno il professor Carlo Catassi, primario di pediatria al Salesi e docente dell’Univpm. Uno dei focus più interessanti l’ha portato il professor Carnielli che ha trattato il tema delle disabilità legate alle nascite pre-termine: "Le possibilità di farcela in caso di nascita prematura sono molto aumentate nel corso degli anni, così come cala la mortalità, oggi molto bassa: al Salesi e nelle Marche siamo all’1,7%. È necessario, per limitare i danni, nascere a 39 e 40 settimane per ridurre i rischi di conseguenze. Nelle Marche le nascite premature sono al 6,7%, dobbiamo migliorare e scendere di almeno un paio di punti".