"Se mio marito fosse vivo mi avrebbe detto di credere in un ambiente curato e sicuro"

Adriana Pianelli è la moglie di Giuseppe Tisba e madre di Andrea che hanno perso la vita a Pianello nel garage invaso dall’acqua "Il fiume va tenuto pulito, dal 15 settembre non si è mosso nulla". Martedì la decisione se proseguire o meno le ricerche di Brunella

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di Pierfrancesco Curzi

"Se mio marito fosse stato vivo mi avrebbe detto questo: ‘fai in modo che l’ambiente sia curato, l’ambiente e la sicurezza siano curati’. Siamo qui lungo il fiume e tutte le case sono state danneggiate. Io ho perso mio marito e mio figlio, ma parlo a nome di tutte le persone che abitavano qui. Il fiume va pulito e tenuto sotto controllo, invece da quel 15 settembre non si è mosso nulla". La testimonianza di Adriana Pianelli al Carlino è diretta e senza fronzoli.

La moglie e madre di Giuseppe e Andrea Tisba, morti nel garage allagato dall’ondata di piena del vicino Misa uscito dall’alveo ben più a nord di Pianello di Ostra, si commuove durante il racconto e resoconto a un mese dalla tragedia. L’accorato appello per la cura del fiume e la paura che la parte vecchia di Pianello non torni mai più come prima e poi un dettaglio sulla drammatica vicenda familiare: "Nessuno mi ha ascoltato sulla dinamica della morte dei miei cari. L’inchiesta dovrebbe essere partita, qualcuno ha messo dei sigilli sui box, ma non mi è stato ancora chiesto nulla, vedremo" conferma Adriana Pianelli davanti al garage dove la sera del 15 settembre sono morti suo figlio e suo marito. A proposito di Andrea Tisba, ieri pomeriggio cerimonia commemorativa alla presenza proprio di sua madre poco prima del fischio d’inizio della partita della squadra ostrense dove il giovane studente di ingegneria della Politecnica delle Marche giocava. Dopo la partita, assemblea cittadina in cui si è ufficialmente formato il Comitato degli Alluvionati di Pianello: "Un comitato necessario per parlare con una sola voce e chiedere con più forza l’attenzione delle istituzioni, altrimenti tutti si dimenticheranno di noi" aggiunge Stefania Olivi, figlia di Fernando, l’82enne morto nella sua abitazione invasa da fango e acqua. Il cugino di Stefania, Claudio Olivi, anch’egli presente all’assemblea che ha eletto i portavoce del comitato e illustrato le linee guida, è molto deluso: "Sono state settimane di condizioni meteo favorevoli eppure qui non ha lavorato nessuno, è tutto fermo. Vuole sapere il motivo? Siccome hanno trovato frammenti di eternit non si può intervenire. Gli argini del fiume sono devastati, l’invaso pieno di detriti, le sponde aggredite dal fago essiccato: dovesse arrivare una nuova perturbazione improvvisa e violenta qui ci seppellisce tutti e intanto l’amianto invece di essere subito rimosso scorrerà fin giù al mare di Senigallia". Tornare nei luoghi dell’alluvione un mese dopo dà un senso di abbandono. Il grosso del fango è stato rimosso, i locali delle case e delle attività commerciali ai piani bassi ripulite: resta la polvere e il silenzio di una frazione per circa la metà sfollata. Sul fiume, come ricordava Olivi, nulla è stato fatto, ma scorrere le decine e decine di abitazioni aggredite dal miscuglio mortale di acqua e fango fa spavento.

Sulle facciate delle case il segno inequivocabile il livello raggiunto dall’ondata: una linea retta col colore del fango. Su quelle prospicienti il corso del Misa la linea sale fino a oltre 4 metri, qualcosa di impressionante. Il fango che ancora non ha restituito il corpo di Brunella Chiù, unica dispersa e ormai da considerare la tredicesima vittima. Le ricerche proseguono senza sosta dalla sera stessa della tragedia quando l’ondata ha travolto la sua auto a Barbara quando si trovava assieme alla figlia Noemi. Vigili del fuoco, sommozzatori, unità cinofile e speciali della finanza, protezione civile ecc non hanno smesso un secondo di cercarla, fino ad oggi invano. Martedì prossimo è prevista una riunione della cabina di regia: dovrà decidere se proseguire o interrompere le ricerche.