"Sei anni dal terremoto Molto è stato fatto, ma molto c’è da fare"

Sono passati sei anni dal terremoto che il 26 ottobre 2016 colpì il centro Italia, e le Marche in particolare, con la scossa più forte mai registrata dal 1980 ad allora. Il sisma, di magnitudo 6,5, amplificò enormemente i danni già prodotti dalla scossa del 24 agosto, aggiungendo molti nuovi Comuni alla lista di quelli colpiti. Il cratere diventò così il più ampio di sempre nella storia italiana. Solo i tragici fatti del 24 agosto fecero sì che quella mattina di ottobre non ci furono vittime.

"A sei anni di distanza molti passi avanti sono stati fatti dal punto di vista della prevenzione e della ricerca scientifica - è il commento di Piero Farabollini, presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche - mentre è ancora lunga la strada verso una completa ricostruzione, con oltre seimila interventi pubblici da completare o da impostare e ancora tante persone in attesa di ritornare nella propria casa o in una di nuova costruzione". "Come Ordine dei Geologi - prosegue Farabollini - vogliamo sottolineare l’immenso lavoro di microzonazione sismica realizzato in questi anni. Si tratta di uno strumento fondamentale per ricostruire in sicurezza e, eventualmente, non ricostruire laddove il terreno non consenta di farlo. In tutti i comuni colpiti dal terremoto del 2016 oggi sappiamo, nel dettaglio, come si comporta il suolo in caso di eventi sismici più o meno intensi. E tutti i dati sono pubblici, disponibili su Internet a disposizione di cittadini e tecnici. Il successo della microzonazione nel centro Italia dimostra che in questo Paese la prevenzione può andare oltre le chiacchiere e calarsi nella realtà attraverso fatti concreti. Il lavoro fatto nelle aree colpite può essere svolto ovunque, e la priorità dovrebbe essere proprio l’intera dorsale appenninica. Grande importanza ha rivestito anche lo studio delle instabilità di versante sismoindotte".

Il caso vuole che l’anniversario del sisma coincida con i primissimi giorni del nuovo governo, presieduto da Giorgia Meloni. "Nell’augurare buon lavoro al nuovo esecutivo, rimarchiamo due necessità non più rinviabili: snellire la burocrazia di questo Paese, che tanti ostacoli ha posto - e continua a porre - sulla strada della ricostruzione; investire in opere di prevenzione e tutela del territorio. Ricordiamo che nella nostra regione si sta ancora cercando una donna dispersa dopo l’alluvione del 15 settembre, che ha causato 12 vittime accertate. Una catastrofe che, come abbiamo detto con forza in quei giorni, si sarebbe potuta evitare realizzando le opere necessarie e, in molti casi, già approvate".